Cesena, più segnalazioni di violenza alle donne e spuntano casi di figli contro le madri
La violenza maschile sulle donne non è una questione privata. Per combatterla, oltre alle leggi, alle reti antiviolenza, ai centri e alle associazioni servono adeguate forme di prevenzione e di educazione. E servono anche volontarie in grado di riconoscere il fenomeno della violenza, che costruiscano sui propri territori reti di supporto per le donne che vivono una relazione violenta e che, soprattutto, siano motore di un cambiamento “culturale” in ogni ambito della vita sociale e privata.
Per diventare volontarie e lavorare con le donne che subiscono violenza, il Centro donna e Centro antiviolenza del Comune di Cesena ha indetto un corso di formazione, gratuito, rivolto a tutte le donne dai 18 anni in su che vogliono impegnarsi attivamente contro la violenza di genere. Il corso è stato attivato grazie al sostegno di 7.500 euro fornito da Wirun di Cesena. E guardando i dati relativi al primo semestre del Centro donna c’è davvero bisogno di “sentinelle” che riescano a riconoscere il fenomeno della violenza e supportino le vittime.
Da gennaio a giugno 2024 il centro antiviolenza del Comune di Cesena ha preso in carico 61 donne vittime di violenza di genere. Nell’intero 2023 erano state in totale 106, quindi siamo già oltre la metà rispetto allo scorso anno. Di queste 61 donne, che hanno iniziato un percorso di fuoriuscita dalla violenza e alcune, in caso emergenziale, sono state messe in sicurezza, il 20 per cento ha subito violenza fisica, il 36,25 per cento violenza psicologica, che quasi sempre fa coppia con quella fisica, e il 21 per cento violenza economica. Violenza sessuale invece è stata subita dal 4,8 per cento di queste donne, il 10 per cento ha subito stalking ed una è stata vittima di mobbing. In questo primo semestre del 2024 le donne che si sono rivolte direttamente, andando di persona al Centro donna e centro antiviolenza di via Aldini, sono state 416, i contatti telefonici sono stati 619 e 98 quelli via mail (in tutto lo scorso anno i contatti diretti erano stati in totale 792, quelli telefonici 1.336 e quelli via mail 125). Gli autori maschili di queste violenze restano al 70 per cento mariti, compagni ed ex, mentre per l’8 per cento sono parenti, figli o genitori. Solo il 6 per cento è un conoscente a riconferma che la violenza maschile sulle donne ha quasi sempre le chiavi di casa.
Rispetto allo scorso anno, la coordinatrice Claudia Gatta sottolinea come a partire dalle manifestazioni in piazza delle tante donne e dei movimenti di Nonunadimeno a seguito del femminicidio di Giulia Cecchetin «le donne che hanno contattato il Centro o sono venute da noi sono aumentate. La mobilitazione ha fatto emergere il sommerso, uno dei fenomeni che caratterizza la violenza di genere nel nostro paese».
Un nuovo fenomeno che purtroppo sta emergendo nel cesenate è la violenza dei figli maschi sulle madri. «Stiamo purtroppo riscontrando diversi casi di madri che subiscono violenza da parte dei propri figli, pochi casi ma che prima non c’erano - continua Gatta - Sono casi dati da situazioni di diagnosi di ragazzi che abusano di sostanze o psichiatrici, ma sui quali per le madri vittime di violenze è ancora più forte lo stereotipo di proteggere l’autore».
Aggiunge: «Il 70 per cento delle donne che vengono al Centro sono autoctone di Cesena, il restante 30 di altri paesi ma stiamo notando come molte donne straniere vengano da noi supportate dai figli, la seconda generazione che è quindi più integrata, che le aiutano e sostengono nel percorso di uscita dalla violenza. Un altro fenomeno che stiamo riscontrando sulle donne straniere, integrate in questo caso, ma spesso tenute in casa, quando il marito esprime la volontà di far venire in Italia la seconda moglie costringe al rimpatrio molte di queste donne, che non vogliono e vengono al Centro a chiedere aiuto. In questi casi il lavoro culturale è doppio perché la donna deve fare un atto di autodeterminazione che spesso nelle donne straniere rappresenta un percorso più difficile e lungo. Anche in molti di questi casi sono i figli a supportare le madri, ospitandole in casa loro».
Il Centro donna ed il centro antiviolenza del Comune, nato nel 1990 e gestito oggi dalla Cooperativa “LibrAzione”, si trova in via Aldini 26 ed è aperto il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato mattina dalle 9 alle 13; il martedì e giovedì pomeriggio dalle 15,30 alle 18,30. Per contatti: telefono 0547 355742-355738. E-mail: centrodonna@comune.cesena.fc.it