Cesena: per Cristina Golinucci ancora una testimone ignorata per 32 anni ed un appello Tv

Cesena
  • 14 settembre 2024

Mentre mamma Marisa annuncia in diretta tv che incontrerà a stretto giro di posta i testimoni che hanno aperto una nuova pista sulla morte di Cristina Golinucci (che porta in mezzo ai boschi di Montepetra) i legali dei familiari della 21enne di Ronta scomparsa l’1 settembre del 1992 tornano a “battere il chiodo” sulle troppe testimonianze “ignorate” nel tempo e che rendono necessario mantenere aperte le investigazioni e quindi non archiviare il fascicolo sul caso.

Petizione

L’avvocato Barbara Iannuccelli ha scelto la piattaforma change.org per rilanciare alcune carenze che andrebbero chiarite prima di poter rimettere (per la nona volta) una pietra tombale sulle indagini per Cristina. è stato chiesto al giudice di posticipare l’udienza del prossimo 26 settembre anche per dar modo alla Procura oltre che alla difesa di non lasciare nulla di intentato. Di certo le ultime consapevolezze apprese e divulgate hanno rialzato l’attenzione sulla vicenda: quando questa edizione del Corriere Romagna è andata in stampa le firme su internet per chiedere di non archiviare il caso erano arrivate a quota 40.066 di cui un migliaio solo nella giornata di ieri.

Testimone ignorata

«Una testimone oculare, ignorata per oltre 30 anni. Una donna, che ha detto di aver visto Cristina litigare fino alle lacrime con un uomo basso e tarchiato nel parcheggio dei Cappuccini il pomeriggio in cui è sparita. Era l’1 settembre del 1992». È questa l’ultima evidenza in ordine di tempo lanciata dall’avvocata Iannuccelli ai sottoscrittori della petizione per Cristina.

«Di quel racconto, fatto da questa donna alle amiche e alle forze dell’ordine nei giorni successivi, si era persa ogni traccia. La famiglia Golinucci l’ha saputo solo di recente. Ed è per buchi come questo che ci opporremo all’archiviazione del caso. è ovvio che se non c’è un verbale di una testimonianza nel fascicolo come fa un pubblico ministero a prendere delle decisioni conseguenti? Troppo gravi e varie le lacune nelle prime indagini, troppi i testimoni morti e non più in grado di ricordare... Se gli sforzi investigativi di oggi fossero stati fatti 30 anni fa a quest’ora probabilmente avremmo già un condannato per la morte di Cristina che si era anche “già fatto” tanti anni di cella».

I sacchi neri nel bosco

Intanto nella mattinata di ieri Marisa Degli Angeli ha partecipato alla trasmissione “Storie Italiane”. Dove, partendo dal passato, si è arrivati alle ultime testimonianze da verificare. Ossia quelle dell’87enne che ha illustrato come negli anni della scomparsa di Cristina ci fossero un frate e una ragazza che spesso si addentravano in una zona boschiva a Montepetra. E di come quella zona poi venne per un po’ non frequentata per cercare asparagi e funghi perché, si diceva, vi fossero depositati dei “sacchi neri maleodoranti”: «Sto per incontrare la figlia di quell’uomo e parlarle - ha detto mamma Maria su Rai Uno - Nell’arco degli anni ho sempre cercato di avere la verità su mia figlia e non mi fermerò. Lo dico da mamma, non è possibile che nessuno sappia la verità, qualcuno sa e chiedo con il cuore in mano che venga fuori. Al convento non è che non sia stata vista da nessuno, ma nessuno è venuto fuori in un primo momento. Non dico che la Chiesa è colpevole, ma certe persone all’interno hanno protetto altri che senz’altro hanno fatto del male. Io non so di chi si tratta, io voglio la verità, chiudere il cerchio. Chi può aiutarmi per trovare i resti di Cristina?».

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