Cesena, partiti i lavori di messa in sicurezza del Torrente Borello «ma preoccupa l’esecuzione»

Cesena
  • 03 maggio 2024

A quasi un anno dall’alluvione del maggio di un anno è finalmente partito anche il cantiere dell’agenzia regionale per la sicurezza territoriale. L’intervento rientra in un pacchetto di interventi da mezzo milione di euro che riguardano tre torrenti del cesenate: il Fanante, il Pisciatello e appunto il Borello.

I lavori sul torrente Borello sono iniziati da Campiano, nel comune di Sarsina, dove la priorità era rimuovere in un tratto di circa 500 metri di alveo le occlusioni e le alberature cadute, che limitano lo scorrimento delle acque, per poi proseguire nel tratto tra Borello e Bora al confine tra i comuni di Cesena e di Mercato Saraceno. Qui l’ex Servizio Tecnico di Bacino ha previsto lo sfalcio selettivo della vegetazione, la rimozione delle occlusioni, le riprofilature e il ripristino delle difese in massi danneggiate dall’alluvione.

L’avvio del cantiere è stato accolto con grande sollievo da chi vive nella zona e da chi in questi mesi non ha mai smesso di sollecitare le autorità perché procedessero celermente al ripristino e alla messa in sicurezza del torrente. Tra questi c’è anche Andrea Zoli, residente della zona, che però al sollievo per il fatto che siano partiti affianca la preoccupazione per come li stanno eseguendo: «Il rischio è quello di vedere sprecate le già scarse risorse pubbliche» commenta allarmato. Sono quattro gli elementi che lo hanno messo in allarme. Il primo di questi riguarda la gestione del cantiere: «Hanno cominciato a lavorare lunedì ma hanno recintato e segnalato il cantiere solo ieri pomeriggio dopo le mie insistenze. Lavorano con una ruspa grandissima in una zona che fino all’altro giorno era frequentata dalla gente del posto era una situazione pericolosa». A far arrabbiare e preoccupare Zoli sono però soprattutto gli interventi che stanno facendo sui pozzetti, sui massi ciploci e sulla riva vicino alla strada. «Hanno interrato tutti i pozzetti e distrutto i tubi di scolo a valle. Erano tutti operanti. Un’assurdità. Così il rischio è che alla prossima pioggia abbondante la pioggia allaghi le nostre cantine».

Parla chiaro Zoli: il suo timore «è che si finisca col fare peggio di prima». «Stanno rimettendo a posto i massi ciclopici che erano caduti senza nemmeno un filo di calcestruzzo. Ma così non c’è il rischio che crolli tutto di nuovo alla prossima piena?». Poi c’è la questione della strada: «Stanno togliendo terra a monte dalla sponda avvicinandosi sempre di più alla strada e il risultato è che da quando sono cominciati i lavori le crepe nell’asfalto di via Noto sono peggiorate». Sono timori che ha espresso anche agli operai che lavorano nel cantiere ma i tentativi di ottenere chiarimenti non sono andati a buon fine e quella che resta è la preoccupazione.

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