Cesena, parcheggio privato abusivo sulle mura storiche: il Consiglio di Stato ordina di smantellare 13 posti auto

Dopo anni, è arrivato definitivamente a conclusione, con una pronuncia del Consiglio di Stato che ha confermato che è stato commesso un abuso edilizio, il duello legale davanti ai giudici amministrativi che ha visto contrapposti il Comune e 12 privati che hanno creato altrettanti posti auto a ridosso delle storiche mura malatestiane, lungo via Padre Vicinio da Sarsina.

La genesi della vertenza

Si tratta di una vicenda che fece clamore fin da quando, nel 2011, Graziano Castiglia presentò un esposto a Palazzo Albornoz per segnalare che quei parcheggi cozzavano, a suo avviso, con le norme del Prg che indicavano quella particella di terreno come “parco attrezzato, giardini e verde a uso pubblico”. Una destinazione confermata di recente dal nuovo Pug.

La questione era finita di nuovo sotto i riflettori quando proprio quella lettera di Castiglia fu inserita nel fascicolo del processo penale che fu poi intentato nei suoi confronti, indicandola come una delle tante prove del disturbo in forma persecutoria che il combattivo cittadino arrecava agli uffici comunali, presentando continuamente esposti. Quell’accusa di stalking si è poi rivelata infondata, come hanno chiarito i giudici nella sentenza di assoluzione. Un motivo in più per cui ora Castiglia ha chiesto un appuntamento in Comune per capire come si intenda procedere adesso che l’area di sosta attaccata alla cinta muraria è stata giudicata abusiva dai giudici di secondo grado.

Il primo verdetto

Già il Tar aveva sentenziato nel 2018 che quei posti auto non potevano essere realizzati lì. Ma i proprietari avevano fatto ricorso chiedendo l’annullamento di quella decisione, che implicava lo smantellamento del parcheggio e il ripristino dell’area, che fu stabilito già nel febbraio 2013 in un’ordinanza del Comune al termine delle verifiche effettuate, con l’ulteriore avvertimento che, in caso di inottemperanza, la superficie sarebbe stata acquisita gratuitamente dall’ente pubblico. La sesta sezione del Consiglio di Stato, presieduta dal giudice Oreste Mario Caputo, ha confermato la sentenza del Tribunale amministrativo di Bologna, e le ragioni del Comune e di Castiglia.

La porzione di suolo lungo via Padre Vicinio da Sarsina, consistente nella particella 125 del foglio 126 delle carte urbanistiche comunali, era stata acquisita, previa suddivisione catastale, con l’intenzione di ricavarci posti auto permanenti a uso privato. Cosa che fu fatta con una «pavimentazione con prato armato e materiali inerti», hanno precisato i giudici, aggiungendo che ci fu poi un frazionamento catastale per realizzare 13 posti auto, che gli unici due proprietari originari cedettero anche a terzi. Con la conseguenza che «il terreno ha perso la caratteristica di pertinenza di un unico edificio», in quanto i vari stalli realizzati sono diventati «di pertinenza di proprietà diverse».

Dopo che era stato contestato l’abuso con ordinanza di ripristino, i proprietari avevano presentato istanza di sanatoria, che fu però respinta. Da lì era partito uno scontro legale davanti al Consiglio di Stato, di cui solo ieri, a seguito dell’interessamento di Castiglia, è diventato di dominio pubblico l’esito nonostante la pronuncia risalga al maggio 2023, e quindi a quasi due anni fa. Adesso chi ha fatto di questa vicenda una delle sue battaglie, facendo anche notare che quel parcheggio privato abusivo rappresenta uno sfregio e un ostacolo alla valorizzazione delle mura malatestiane (per cui esiste già un importante progetto firmato da Pino Montalti), chiede di dare esecuzione al ripristino ordinato a suo tempo dal Comune.

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