Cesena, la mamma di Cristina, sparita da 32 anni, lancia un appello: “Qualcuno ricorda quel frate?”

Cesena
  • 04 settembre 2024

Un appello a tutta la popolazione della zona mentre ripartono le audizioni di nuovi testimoni per la scomparsa di Cristina Golinucci. Se non interverranno modifiche dell’ultimo minuto (inattese quando questa edizione del Corriere è andata in stampa) oggi saranno i carabinieri, per conto della Procura, ad ascoltare la testimonianza dell’87enne, ora residente a Mercato Saraceno a casa della figlia, che in questi giorni ha contattato l’avvocata Barbara Iannuccelli per anticipare una nuova testimonianza che ha avuto il potere di riattivare la macchina delle ricerche e delle investigazioni sulla 21enne di Ronta scomparsa il 1° settembre del 1992.

Il caso è stato reso pubblico durante l’ultimo incontro al giardino di Ronta, in cui si ricordava il 32° anniversario della scomparsa di Cristina Golinucci. Un uomo residente per una vita a Montepetra, nella parte di comune di Sogliano più affacciata verso la vallata del Savio, ha ricordato come all’epoca della scomparsa della ragazza cesenate vedesse sovente un frate (che si spogliava della tonaca restando in abiti “civili”) e una giovane, che posteggiavano l’auto a bordo strada a Montepetra per poi incamminarsi nelle stesse boscaglie dove lui spesso raccoglieva funghi ed asparagi selvatici.

Da quando Cristina è sparita, quella “insolita coppia” di escursionisti non l’aveva più vista. In compenso un suo conoscente (morto lo scorso anno) gli aveva poi intimato di non frequentare più, almeno per un po’, quei luoghi. Punti del bosco dove aveva trovato (e segnalato ai carabinieri) la presenza di due sacchi neri dall’odore putrescente.

Le ultime indagini hanno indicato in padre Renato la persona che discuteva con una Cristina Golinucci commossa nel convento dei frati cappuccini, subito prima della comparsa della ragazza. E la nuova testimonianza che ora i carabinieri metteranno a verbale, ha già avuto un effetto domino ancor prima di essere posta agli atti. L’avvocata Iannuccelli (in attesa di conoscere i dettagli di quanto l’uomo riferirà ai militari) ha chiesto di procrastinare l’udienza di opposizione all’archiviazione prevista per il 26 settembre. E i familiari di Cristina organizzeranno ricerche con cani molecolari in quei boschi: nel timore che quei sacchi putrescenti contenessero il corpo senza vita della giovane scomparsa.

«È l’ultima chiamata per mamma Marisa - ha spiegato sui social l’avvocata Iannuccelli nello spingere anche la richiesta di firme contro l’archiviazione, in corso sulla piattaforma change.org -. Una testimonianza ha riacceso la speranza di fare luce sulla morte della giovane figlia di Marisa Degli Angeli. Questa per noi è una settimana decisiva. Chiediamo agli abitanti di Montepetra, Sogliano e Mercato Saraceno di aiutarci. Avete visto anche voi dalle vostre parti un frate con una giovane ragazza? Parliamo degli anni ‘90... Magari i vostri parenti anziani, la memoria storica dei luoghi, potrebbero ricordare qualcosa di un fatto così inconsueto. Che dicono in proposito? Rimaniamo a disposizione per chiunque vorrà aiutarci e per chiunque vorrà dare finalmente una tomba a Cristina».

L’87enne che ora vive a Mercato Saraceno con la figlia ma che ha abitato per una vita a Montepetra, ha rivangato il ricordo di quel frate e di quella giovane e soprattutto di quei sacchi neri che puzzavano, soltanto ora per un motivo ben preciso. Il suo amico che glieli aveva descritti aveva anche detto che avrebbe segnalato la situazione ai carabinieri. Sono in corso dunque anche verifiche per capire se effettivamente quella segnalazione fosse stata fatta. E se abbia avuto dei riscontri operativi. Ma ad ogni modo nella speranza di poter dare a mamma Marisa una tomba su cui piangere, i difensori della famiglia Golinucci non aspetteranno l’intervento della Procura ed organizzeranno battute di ricerca nei boschi con gli strumenti che potranno avere a disposizione. Nell’attesa di sapere se la nuova testimonianza basterà per allungare i termini di udienza contro l’archiviazione; e se questo sviluppo nuovo possa dare anche ulteriore impulso alle ricerche in Francia di Emanuel Boke. Da sempre primo sospettato di aver ucciso e occultato il cadavere di Cristina, è stato anche l’ultimo che ha visto Cristiana Golinucci assieme a padre Renato nel parcheggio del convento. Latitante in Francia, la sua testimonianza dunque resta per i familiari di Cristina come “importantissima da acquisire”.

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