Cesena, l’assessora Baredi: “Vorrei donare la Costituzione a chi compie 18 anni”

Cesena

Insegnante, fondatrice delle Cucine Popolari, «persona fatta per le relazioni e la radicalità», perché non le interessa «rimanere sulla superficie dei problemi», Elena Baredi è una delle tre novità della Giunta del secondo mandato di Enzo Lattuca. Il sindaco le ha dato la delega alla pubblica istruzione, la stessa che ebbe dal 2009 al 2014. Allora era abbinata alle politiche culturali che Lattuca invece ha voluto affidare Camillo Acerbi insieme a quella al bilancio. Ieri mattina ha fatto un primo giro di saluti negli uffici: «Sono tornata dopo dieci anni esatti - racconta -, non ero emozionata come la prima volta ma ho forte la consapevolezza di avere una maturità diversa».

«Nella mia vita ho la sensazione di non essere mai uscita da scuola», racconta. Concluso il suo percorso scolastico infatti, il suo percorso professionale e politico ha sempre avuto una relazione fortissima con la scuola: «Quando da giovane scrivevo libri e spettacoli, li portavo nelle scuole, poi il lavoro da maestra. Io sono nata per fare la maestra». Poi l’assessorato alla scuola a cui ora torna con un bagaglio ancora più ricco di esperienze e carico di sogni e progetti.

Ad unirli il desiderio di contribuire a rafforzare in città l’idea della scuola come «luogo in cui imparare l’abbecedario fondamentale per la convivenza civile. Non nasciamo imparati a rispettarci, a rispettare l’ambiente in cui viviamo. Lo impariamo in famiglia, certo, ma soprattutto a scuola. Mi piacerebbe che tutti gli insegnanti, dal nido alle superiori, si sentissero costruttori del nostro tessuto sociale».

È agli studenti che pensa in prima battuta quando le si chiede dei primi progetti a cui lavorerà da assessora. «Vorrei cominciare dagli studenti. Mi piacerebbe donare a chi compie 18 anni la nostra Carta Costituzionale, organizzare per loro una festa della cittadinanza».

Subito dopo cita gli insegnanti: «Vorrei che la nostra città diventasse modello di cultura pedagogica. Siamo in un territorio dove si è sperimentato molto, abbiamo avuto maestri straordinari come Zavalloni e Ciccarese, qui si sono sperimentati modelli organizzativi». Quello che immagina è un percorso dal basso: «Non la messa in pratica di gradi teorie, ma pratiche che suggeriscano nuove teorie pedagogiche». Collegato a questo obiettivo quello di potenziare il Cde, il centro di documentazione educativa («una Ferrari tenuta un po’ troppo in garage»).

Poi ci sono le famiglie. «Le scuole possono essere un prezioso anello di congiunzione tra chi organizza i servizi e le famiglie. Potrei fare i nomi di decine di insegnanti straordinari, conosciuti in questi anni, che fanno un lavoro straordinario in questo senso. È un lavoro che va messo in luce e supportato, Troverò lo strumento adatto».

Quest’anno ricorrono i 50 anni dei decreti delegati, «hanno rivoluzionato la scuola, aprendola al mondo. Voglio preparare una pubblicazione sull’impatto di quella rivoluzione a Cesena». Un’apertura che Baredi è determinata a continuare a coltivare, lavorando sul coinvolgimento dei quartieri per rafforzarne le relazioni.

Un primo banco di prova sarà il progetto “Oltre la campanella” al centro della campagna elettorale. Questi saranno mesi di lavoro intenso, ma anche in questo caso Baredi ha già chiaro da dove vuole partire: «Voglio usare lo stesso metodo usato per le Cucine popolari: allargare. Voglio coinvolgere i grandi artisti della nostra città, portare tutto il bello che c’è, perché quello slogan, “Le cose belle si fanno insieme” ce lo dobbiamo portare dietro». L’intenzione è quella di lavorare in modo trasversale con gli altri colleghi di giunta: «Il pensiero della scuola si deve estendere alla città. La scuola è il sasso che lanci nello stagno».

Nella scuola c’è anche tanta fragilità e tra gli impegni che mette al centro c’è anche quello contro la dispersione scolastica. Il sogno nel cassetto è quello di riuscire a far lavorare insieme insegnanti di diversi ordini scolastici di trovare forme nuove per praticare la continuità scolastica.

«Sono sempre stata convinta che sogno, utopia e concretezza debbano viaggiare insieme», aggiunge. Quelli che si è data sono obiettivi ambiziosi, riconosce, «se posso darmeli è perché il livello dei servizi educativi a Cesena è alto».

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