Cesena, l’area di via Romea a San Mauro in Valle resta a destinazione agricola: il Consiglio di Stato dà ragione al Comune

Cesena
  • 15 novembre 2024

L’area di via Romea, a San Mauro in Valle, è e rimarrà a destinazione agricola. A stabilirlo è la recente sentenza emessa dal Consiglio di Stato (si tratta del secondo grado di giudizio) che dà ragione al Comune di Cesena e a quanto previsto dall’attuale strumento urbanistico. Lo annuncia il Comune in una nota, riportando stralci della sentenza: “La scelta del Comune – si legge – appare razionale in quanto rimette a una valutazione ancorata al criterio temporale che dimostri l’interesse alla presentazione del piano attuativo”. Questo significa che l’Ente ha agito in modo lineare e corretto adottando una soluzione adeguatamente motivata nel pieno rispetto degli indirizzi generali della Regione e delle politiche di tutela del territorio su cui si basa il un nuovo approccio urbanistico, improntato alla sostenibilità ambientale, e dunque al minor consumo di suolo e alla rigenerazione.

Salvaguardia territoriale

La vicenda risale agli anni 2014 e 2015 quando con due delibere approvate dal Consiglio comunale sono state adottate le disposizioni di salvaguardia territoriale ed urbanistica nel periodo di redazione dei nuovi strumenti urbanistici comunali. In questo senso l’Amministrazione comunale ha stralciato dal PRG (Piano regolatore generale) l’area di proprietà degli appellanti, attribuendo alla stessa l’originaria zonizzazione di territorio rurale, azzerandone la capacità edificatoria.

Oggi, dopo che i legittimi proprietari hanno fatto ricorso ritenendo di avere un diritto edificatorio e a seguito della sentenza di 1° grado attraverso cui il Tribunale Amministrativo Regionale aveva confermato la posizione del Comune di Cesena, arriva questa seconda sentenza che ribadisce pienamente la legittimità dell’operato dell’Ente (“da ritenersi razionale nel contemperamento degli interessi connessi alla riduzione del consumo di suolo e al suo razionale sfruttamento”, si legge) dando atto altresì dell’intervenuta approvazione del Piano Urbanistico Generale che colloca l’area di proprietà dei ricorrenti in territorio rurale.

Oltre a questo, il Consiglio di Stato aggiunge che non c’è stata alcuna disparità di trattamento rispetto ad altri casi: in relazione all’area di via Romea infatti la possibilità edificatoria non è stata confermata a causa dell’assenza di un progetto, pur essendo stati concessi ai legittimi proprietari 18 mesi nel corso dei quali poterlo definire e presentare a seguito del frazionamento dell’area.

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