Cesena, incidente mortale sul lavoro: non si trova la casa della vittima

Cesena
  • 14 ottobre 2023

Incidenti sul lavoro. La patologa Donatella Fedeli ha ricevuto l’incarico dalla procura (pm Federica Messina) per eseguire le autopsie medico legali di tutti e due gli operai morti negli incidenti sul lavoro che hanno segnato di rosso sangue il cesenate nell’ultima settimana. La patologa bolognese dovrà esaminare, per ricostruire nei dettagli le cause del decesso, sia la salma del 42enne Mohamed Shaitit (marocchino residente a San Mauro Pascoli morto schiacciato dal muletto che guidava alla Fellini Patrizio di Gambettola) che quella del 56enne Simion “Simone” Panco, morto stritolato dalle pale interne di un camion betoniera che stava pulendo, nel piazzale della Bissioni di Pievesestina.

Su questa seconda vittima c’è in corso il tentativo di risolvere un “mistero nel mistero”. In Moldavia, dopo una giornata di ricerche e di contati telefonici d’interpol e con le ambasciate, i carabinieri sono riusciti a rintracciare la figlia dell’uomo, che in queste ore è arrivata in città.

Né lei, né le forze dell’ordine, né il gestore dell’azienda in cui stava lavorando (a chiamata, non era un dipendente fisso dell’azienda) hanno però alcun tipo di idea su dove, nel cesenate, il 56enne abitasse. Si sta cercando di rintracciare il suo domicilio per recuperarne i documenti e gli effetti personali. Operazione resa complicatissima dal fatto che l’uomo viveva solo. Lavorava sempre e senza particolari contatti con altre persone. Così nessuno finora è stato in grado di dare indicazioni valide per rintracciare dove stesse abitando tra un servizio e l’altro nei cantieri e nelle aziende edili.

«Aiutatemi a trovare la casa» è l’appello lanciato su Facebook dalla figlia dell’uomo. Un post che ha generato poche certezze. C’è chi ha teorizzato che l’uomo vivesse nella zona tra l’alto cesenate (Borello) e la bassa valle Savio (Mercato Saraceno); ma senza dare indicazioni certe e utili. Il recupero dei suoi effetti personali è necessario ai parenti della vittima per questioni affettive ma anche per completare il panorama di indagini sulle fatali vicende lavorative che lo hanno portato prima in Italia, poi in Romagna ed in fine alla morte.

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