Cesena, in trincea contro le mafie: 10 pensionati e un gruppo scout in cinque covi confiscati

Cesena
  • 05 settembre 2024

Prima giornata di confronto per i numerosi pensionati della Spi Cgil Forlì-Cesena, reduci dai vari campi estivi anti-magia organizzati in collaborazione con l’associazione Libera e altre realtà impegnate nel sociale. Esperienze toccanti, che hanno segnato profondamente chi le ha vissute per la prima volta e ha arricchito nuovamente chi già vi aveva partecipato. I volontari della Cgil si sono messi in gioco insieme ad altri operatori per assistere i gruppi di giovani che stanno valorizzando edifici e terreni confiscati alla criminalità organizzata in varie località italiane, con attività di lavoro manuale, iniziative all’insegna della creatività e momenti di formazione.

«In questi anni - ha esordito Paolo Montalti, segretario generale della Spi Forlì-Cesena - si è fatto un ottimo lavoro, ampliando il nostro gruppo. Nei campi il tema della legalità rimane forte e presente e andrebbe esteso maggiormente anche nel nostro territorio, visto che non siamo esenti dalla criminalità organizzata. Diamo continuità al nostro lavoro di sensibilizzazione».

Nicola Garcea, responsabile del sindacato per le attività sociali, ha raccontato:«Siamo pensionati, ma non definiteci vecchi da scartare. Il nostro impegno è d’interesse comune, che comprende anche i giovani. La lotta alla criminalità organizzata dovrebbe essere una questione da discutere anche con le persone più vicine a noi. Nei campi si vivono esperienze ed emozioni uniche ed è bello mettersi in gioco per sostenere i ragazzi in queste esperienze».

Le località toccate ai memebri romagnoli quest’anno, sono state Terano, Polignano a Mare, Riace e Pietralunga: dieci i pensionati coinvolti.

Terano

Ospiti in un’azienda agricola confiscata alla mafia, sono stati Eraldo Neri, Verdiana Gobbi e Giancarlo Fantini. «Rispetto ai campi dei primi anni ho notato più formazione che lavoro manuale - ha raccontato Neri - Da tanti anni partecipo a questi campi, vivendo esperienze indimenticabili e tornando sempre arricchito». Gobbi ha riferito: «I ragazzi erano abbastanza timidi e faticavo a rapportarmi con loro, mentre con i responsabili della cooperativa c’è stato un bellissimo rapporto». Molto soddisfatto Fantini: «Mi porto a casa un bagaglio di emozioni incredibile, è stato bellissimo vedere questi ragazzi impegnarsi attivamente nella raccolta di olive e ceci, e nella lavorazione della terra per ridare vita a questa azienda».

Riace

In Calabria sono stati accolti in una struttura del Villaggio Globale, Roberto Marchini e Mirka Bagattini. Hanno raccontato: «È stata un’esperienza incentrata su tre nuclei: soccorso immigrati, integrazione immigrati e lotta alla mafia. L’iniziativa è ripresa l’anno scorso quando Mimmo Lucano, ideatore del Villaggio Globale, è stato rieletto sindaco e ha rilanciato il progetto. È stata un’emozione unica con i ragazzi e ci siamo messi a piena disposizione. La serata all’Aspromonte durante la manifestazione contro la mafia è stata un’emozione intensa».

Polignano a Mare

A vivere un’esperienza molto simile sono stati i coniugi Mirtiam Zannoli e Walter Teodorani, a Polignano Mare.

«Al campo - hanno riepilogato - ci siamo occupati dei pasti, delle pulizie e abbiamo sostenuto i ragazzi del campo presso Casa Bachi, bene confiscato a un mafioso del territorio. Abbiamo vissuto con loro anche momenti toccanti e di formazione, affiancandoli in attività sociali e culturali che facevano per il territorio».

Gli scout

Conoscere la mafia e contrastarla è stato anche l’obiettivo col quale i ragazzi del Clan/Fuoco Alce nero del Gruppo Scout Cesena 6 sono partiti per il campo di servizio organizzato dall’associazione “Libera” presso la cooperativa sociale “Al di là dei sogni” di Sassa Aurunca, in provincia di Caserta. Dal 12 al 17 agosto scorso il Clan ha partecipato a una “vacanza alternativa” volta alla sensibilizzazione dei più giovani ai temi legati alla criminalità. Raccolta nei campi confiscati alla Camorra, cura del verde, del bestiame, pulizia degli spazi, aiuto in cucina e preparazione del refettorio sono state le attività in cui sono stati impegnati. Attraverso il lavoro hanno iniziato a comprendere l’importanza di contrastare la criminalità organizzata. Numerose le testimonianze alle quali hanno assistito. È stato loro raccontato come la Camorra traesse profitto raggirando le persone. Sono stati presentati esempi di chi ha combattuto contro il dilagare delle cosche in quei territori. Fino alle esperienze di chi è caduto nella trappola della Camorra ed è riuscito a rialzarsi. Molti anche gli istanti di convivialità e condivisione con i tanti altri gruppi scout. Tra pranzi e cene tutti assieme, canti e giochi serali, bagni al mare e gite, i ragazzi del Clan cesenate hanno imparato che con forza di volontà, sostegno e testimonianza è sempre possibile ottenere una seconda possibilità.

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