Cesena, i gestori del chiosco esasperati: «Spacciano, ci minacciano e i clienti scappano. Dobbiamo chiudere?» - Gallery

Cesena

Hanno aperto a fine maggio investendo i risparmi di entrambi in quello che doveva essere un sogno e che invece un po’ alla volta sta prendendo le sembianze di un incubo. Quando Christian e Lela hanno affittato il Kiosketto, il chiosco di piadina in via Italo Calvino a ridosso del parco 11 Settembre, sapevano di avere molto da imparare ma non immaginavano la difficoltà del contesto in cui stavano per avviare l’attività.

Il parco è noto per il degrado, per essere teatro di spaccio e spesso di risse, «i clienti lo chiamano il parco degli spacciatori», dice Lela. «Chiamiamo continuamente le forze dell’ordine, una volta sono stata anche minacciata e ho fatto subito denuncia - racconta -, abbiamo parlato anche con il comune, abbiamo ricevuto un sacco di promesse ma la situazione non migliora e i clienti scappano».

Mentre raccontano sono un fiume in piena di aneddoti ed episodi spiacevoli quando non proprio allarmanti e pericolosi. «Puntavamo a una clientela di famiglie e studenti - racconta ancora Lela - e all’inizio venivano. C’era una studentessa che veniva più volte alla settimana acquistando per sé e per i suoi coinquilini, poi una sera ha assistito alla scena di uno di loro che ubriaco dava in escandescenza, era lì mentre litigavamo con lui e arrivavano le forze dell’ordine. Da allora non è più tornata. E questo è uno di tantissimi episodi».

All’inizio hanno provato a mettere qualche paletto, ma non ha funzionato: «Gli abbiamo detto che non potevano stare nelle nostre panchine, quelle per cui paghiamo l’occupazione del suolo pubblico, a fare i loro affari, che tra l’altro fanno alla luce del giorno senza nemmeno nascondersi, che non potevano chiedere sigarette o l’elemosina ai nostri clienti, ma la situazione è presto degenerata. Hanno cominciato a lasciare i loro escrementi, ad essere più molesti e minacciosi».

Grande è la delusione anche verso il Comune: «Abbiamo parlato con gli assessori Francesca Lucchi, Luca Ferrini, Christian Castorri. Ci avevano promesso di tagliare le siepi che loro usano per nascondere le loro cose, ma è passato un mese e ancora non si è visto nessuno». «Questa estate - aggiunge Christian - quando è arrivata la ditta incaricata dal Comune per tagliare l’erba li hanno obbligati ad aspettare e solo dopo che si sono ripresi tutto quello che avevano nascosto li hanno lasciati lavorare... assurdo. Sappiamo che i condomini non sono liberi di usare i loro garage, che il parcheggio Machiavelli è invivibile...». Al Comune e alle forze dell’ordine chiedono di intervenire con maggiore decisione, di pulire il parco e illuminarlo meglio, mettere le telecamere.

«Siamo al punto che non possiamo pagare le bollette, che ci tengono d’occhio mentre lavoriamo, cosa dobbiamo fare? Chiudere? Se è così che ce lo dicano».

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