Cesena, il vescovo Caiazzo: “La Pasqua non ha radici nei venti populisti, ma nella costruzione di ponti di fraternità”

Cesena
  • 18 aprile 2025

Il vescovo di Cesena-Sarsina monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo ha inviato il suo primo messaggio pasquale ai fedeli: “ Carissimi, in occasione della celebrazione della Pasqua, condivido una semplice riflessione sul tempestoso clima mondiale nel quale ci apprestiamo a celebrare la Pasqua e che ci vede insieme nel cammino sinodale che sta realizzando la Chiesa, di conseguenza, anche la nostra Chiesa di Cesena-Sarsina.

Si è appena conclusa a Roma la seconda Assemblea del cammino sinodale delle Chiese in Italia che ha visto la partecipazione di tutti i delegati delle nostre Diocesi accompagnata da una significativa presenza di laici (più della metà dei partecipanti) svelando il volto sereno di chi si dichiara pronto ad affrontare le nuove sfide che la società odierna ci lancia. Una Chiesa non rassegnata, ma piena di fiducia e speranza. Proprio come il cammino del Giubileo che stiamo vivendo: ci sentiamo pellegrini di speranza in un tempo davvero difficile perché vediamo l’intero pianeta coinvolto, non solo in quella terza guerra mondiale a pezzi, come ebbe a definirla papa Francesco, ma anche in un conflitto commerciale che, appena iniziato, è destinato a penalizzare soprattutto i più poveri.

Tanti i fuochi incrociati che non distinguono più amici da nemici. Dove rivolgere, allora, lo sguardo perché si trovi consolazione e soprattutto speranza? Come fu per la prima Pasqua che ci racconta il libro dell’Esodo, quando la potenza divina si manifestò attraverso la fragilità di un uomo, Mosè, di fronte al mare della disperazione che sbarrava la strada al popolo santo di Dio, la sua potente mano, oggi come allora, aprirà queste acque. La Pasqua che ci apprestiamo a celebrare è quella di Gesù Cristo: il Dio con noi e per noi, che apparentemente è il grande sconfitto, piegato dalla prepotenza e dall’arroganza dell’uomo che ambisce a farsi Dio. Sembrerebbe che lui, Dio, lo permetta e che il divino venga, non solo crocifisso, ma addirittura seppellito per sempre e sigillato nelle viscere della terra. La Pasqua di Gesù è la distruzione di questa logica. Tutto viene rovesciato e ribaltato: la morte, l’ingiustizia, la prepotenza dell’autorità priva di ogni autorevolezza vengono vinte da un semplice gesto d’amore che trova la sua fonte proprio nell’attimo prima di morire, quando Gesù dice: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».

È la forza dell’amore che scaturisce dalla fonte del costato squarciato e che incomincia a irrigare la terra perché produca frutti di vita eterna per l’intera umanità.

La Pasqua che ci apprestiamo a celebrare non trova le sue radici nelle ideologie o nei venti populisti, ma nella storia che Dio continua a scrivere insieme agli uomini. È lui che indica e apre strade nuove perché l’uomo, ogni uomo, torni a rivestire la sua dignità di essere umano, capace di costruire ponti di fraternità, abbattendo, di conseguenza, i muri della discordia e delle differenze che rendono evanescente ogni giustizia. Siamo tutti suo popolo, siamo sue creature e suoi figli chiamati a deporre ogni peccato che ci divide tra noi e da lui, e ci rimette in una comunione salvifica per il singolo e per l’intero mondo.

Il Crocifisso Risorto ci dia giustizia e pace. Santa Pasqua a tutti”.

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