Cesena, il vescovo Caiazzo cita Papa Francesco: “La chiesa che non annuncia diventa una multinazionale” - Gallery








«La chiesa che non annuncia diventa una associazione spirituale, una multinazionale per lanciare iniziative religiose. Nulla di male ma una chiesa così... non è una chiesa».
Il vescovo di Cesena-Sarsina, monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, ha usato le parole di papa Francesco per sottolineare cosa si debba continuare a fare aspettando “il papa che verrà”. Annunciare la Pasqua, il simbolo della vittoria della vita sulla morte. «Il futuro papa, come lo è stato Francesco, è il successore di Pietro» e sarà «la persona giusta nel momento giusto. Come lo è stato anche Francesco. Grazie alla scelta che ricadrà su di lui guidata dallo spirito santo». La Cattedrale di Cesena era ricolma di gente ieri per pregare per il pontefice scomparso. Il vescovo “don Pino” Caiazzo sull’altare era affiancato dal suo predecessore, monsignor Douglas Regattieri, dall’abate del Monte dom Mauro Maccarinelli e da tutti i parroci della diocesi. Il vescovo ha ringraziato per la presenza il prefetto Argentieri, che rappresentava le autorità civili col vice sindaco Castorri e il sindaco di Sarsina Cangini.
«La nostra chiesa oggi è qui addolorata per il distacco dal successore di Pietro che ci ha lasciato. Un dolore che proviamo, mitigato dalla consapevolezza di ciò per cui vogliamo pregare: che a papa Francesco sia data la stessa vita eterna nella presenza di Dio che tutti noi vogliamo raggiungere».
«Siamo fatti di carne - ha detto nell’omelia monsignor Caiazzo - e quindi soffriamo per il distacco dalle persone come papa Francesco che Dio ha messo in mezzo a noi come riferimento. Il signore non ci ha mai abbandonato. Ora c’è il “toto papa” così come c’era il “toto vescovo” quando io sono poi stato chiamato qui. In ogni tempo e in ogni epoca Dio ha sempre mostrato la strada della paternità verso le persone scelte. Sarà così anche questa volta: Francesco la sua paternità l’ha mostrata nella pienezza dell’amore, nell’accoglienza, e nel prendersi cura con dedizione totale delle esigenze che ogni figlio gli ha posto davanti. Facendosi promotore di quello che immagino sarà anche lo scopo futuro del prossimo papa: quello di una chiesa “in uscita”. Per annunciare a tutti e di casa in casa che Cristo è risorto. Mostrando la sua vittoria sulla morte con le nostre opere. Una chiesa che entra nelle case e non attende all’esterno. Come faceva Francesco».