Cesena, il commercio e l’arte di Fioravanti si incontrano nella storica ex bottega


Arte e commercio si incontrano in una storica bottega in pieno centro, da una parte portando bellezza grazie alle sculture del compianto Ilario Fioravanti esposte in vetrina e al suo talento di arredatore di interni e dall’altra creando dal nulla un punto d’ascolto per i negozianti. Ma al tempo stesso, secondo il sindaco Enzo Lattuca, questa novità, presentata ieri nella ex cappelleria Candoli in via Zeffirino Re, può diventare un modello a cui ispirarsi per le odierne attività commerciali nel cuore nella città. Perché «rispetto ai centri commerciali mantengono il vantaggio della bellezza dei luoghi dove operano, a cui bisogna che ne aggiungano altrettanta all’interno». Possono infatti giocare la loro partita solo «puntando sulla qualità». Come fece Umberto Candoli, che nel 1957 incaricò l’architetto Ilario Fioravanti di disegnare gli arredi interni del negozio che esiste da 120 anni e dove ha lavorato per ben 70 anni, fin quando ha soffiato su 90 candeline. E allora il sindaco suggerisce agli attuali commercianti di prendere esempio, rivolgendosi a giovani talenti gli interior designer, cercando di scovare «i Fioravanti del 2024».
Il salvataggio dell’ex bottega
Intanto, per quel locale storico comincia una nuova vita, su iniziativa di Confcommercio, col coordinamento degli architetti Marisa Zattini e Augusto Pompili, della galleria d’arte contemporanea “Il Vicolo”. Ieri mattina l’associazione di categoria guidata da Augusto Patrignani ha inaugurato lì, alla presenza del sindaco Enzo Lattuca, il punto d’ascolto che ha deciso di aprire. Dopo lo spostamento della propria base in via Giordano Bruno, questa scelta segna il ritorno di Confcommercio in centro e suona anche come «un invito alle attività a tornare nel cuore della città, che ha bisogno di luce, anche col binomio tra commercio e cultura», come ha sottolineato Patrignani. Ma l’inizio di questa avventura è anche il mantenimento della promessa che Umberto Candoli, presente al taglio del nastro, aveva fatto ad Adele Briani, vedova di Fioravanti, che si era detta preoccupata che l’interessantissimo allestimento del negozio fatto a suo tempo potesse essere smantellato. Così non è stato per una ferma volontà del proprietario, che era un grande amico dell’architetto-artista morto nel 2012. Anzi, in vetrina e all’interno sono state esposte alcune sue splendide sculture dedicate al mondo del circo. Quanto agli arredi che aveva pensato 67 anni fa, non solo sono stati conservati, dalle ante scorrevoli in legno di castagno alle pareti ai tavoli con basamenti in ottone, ma sono state pure ripristinate le originarie luci a neon. La stessa lungimiranza - stato ricordato ieri - non c’è stata per arredi ritenuti non più funzionali e quindi disgraziatamente eliminati in altri negozi che lo stesso Fioravanti aveva disegnato, come lo studio fotografico Savoia in zona Bonci.
Il museo Fioravanti sparito
Marisa Zattini ha osservato che l’ex bottega appena salvata in via Zeffirino Re potrebbe essere inserita in un percorso dedicato all’artista Fioravanti, che include tra le varie tappe la Casa dell’Upupa a Sorrivoli. Non ha poi mancato di ricordare che la Giusta Lucchi aveva previsto di realizzare nella ex chiesa dello Spirito Santo un museo con le opere di Fioravanti, che sono un’infinità: ha riferito che in musei e altre istituzioni pubbliche di 13 comuni romagnoli ne sono disseminate oltre 200 e Adele Briani ha aggiunto che ad oggi si sono trovati ben 35mila disegni fatti dal marito. Poi, però, la Giunta Lattuca ha lasciato perdere quel progetto, concentrandosi su altri musei come quello archeologico e la pinacoteca. Alla richiesta di rispolverare l’idea, anche grazie a cose che si stanno muovendo a livello regionale, il sindaco, pur dicendo «mai dire mai», ha spiegato il suo punto di vista: «Penso che l’arte di Fioravanti non vada compressa in un luogo solo ma stia meglio in tanti spazi anche pubblici in cui ha lasciato segni del suo grande talento, che era dinamico».