Cesena, il baseball per ciechi diventa una lezione di sport e di vita per gli studenti del liceo Monti

Cesena

Due campionati italiani vinti, ma soprattutto un esempio ammirato anche oltre Oceano. Si può sintetizzare così l’attività della Bologna Fortitudo White Sox, squadra di baseball per ciechi che per due anni consecutivi ha vinto il campionato nazionale. Questo sport è nato proprio nel capoluogo emiliano, nel 1993, ed è via via diventato una disciplina internazionale.

Per raccontare la loro esperienza e portare il loro esempio, mostrando che nella vita non si deve mollare mai, alcuni atleti paralimpici della Nazionale di baseball per non vedenti hanno incontrato la scorsa settimana gli allievi del liceo “Monti”. In un’aula magna strapiena gli studenti hanno accolto Giorgio Napoli, Filmon Jemane, Pasquale Diflaviano, capitano della squadra, e Luaro Lanzarini, coach in quello che sarà il primo di tre incontri con i campioni. Il tutto all’interno di un progetto che la scuola sta portando avanti con il Comitato Italiano Paralimpico.

Tutto nasce dall’idea di Alfredo Meli e dal genio di Umberto Calzolari, due ex giocatori di baseball, che all’inizio degli anni Novanta hanno messo a disposizione le loro conoscenze per inventare un nuovo sport, più inclusivo e adatto alle esigenze dei non vedenti. La onlus fondata da loro, la Aibxc, acronimo che sta per Associazione italiana baseball x ciechi, ha fatto strada. Dal 2015 al 2019 ha esportato la disciplina nel resto d’Italia e anche all’estero, arrivando a interessare gli Stati Uniti, dove a New York è nata la prima squadra di baseball per ciechi.

#getAltImage_v1($tempImage)

Le testimonianze

«Per me fare attività sportiva, come cieco, è importante non solo per mantenermi in forma a ma è stimolante proprio in quanto cieco - ha raccontato il capitano Diflavianao, che ha perso la vista a 13 anni, a seguito di un’operazione agli occhi - Si gioca, si vince, si perde, ma per me il baseball è un veicolo per parlare della mia condizione di cieco. Non voglio essere chiamato non vedente, perché cieco non è un’offesa. In campo siamo tutti uguali. Ci sono ciechi assoluti, ipovedenti e persone che stanno perdendo la vista, ma in questo modo facciano riconoscere il nostro mondo, perché noi esistiamo anche fuori dal diamante. Quando ho perso la vista, ho impiegato dieci anni ad accettarlo. Mi sono reso conto che con la cecità posso conviverci e ci sono tanti mezzi per potere vivere una vita più semplice».

Ma come funziona una partita di baseball per non vedenti? I giocatori, che gareggiano in un campo con misure diverse ed in pieno silenzio, sono accompagnati da assistenti visivi, posizionati in seconda e terza base, che con palette di legno indicano la direzione per i corridori. La palla ovviamente è sonora e nella fase di difesa sono sempre gli assistenti sonori che gridano il riferimento ai giocatori per indicare dove tirare la palla per impedire che l’avversario faccia meta.

Giorgio Napoli aveva circa 13 anni quando ha iniziato a perdere la vista per una malattia degenerativa. Da Paestum, dove è nato e vissuto fino ad otto anni fa, è arrivato a Bologna, nell’istituto per ciechi “Francesco Cavazza”, dove ha iniziato un percorso formativo per persone non vedenti. «Qui mi hanno proposto di giocare a baseball e io subito mi sono chiesto “ma come fa un cieco a giocare?”. Ma quando sono sceso in campo, l’odore dell’erba e il sole mi hanno fatto ricordare quando giocavo a calcio con i miei amici e così ho accettato. Poi un giorno mi ha chiamato Alfredo Summa, allenatore della Roma all blindes, e così ho iniziato a giocare con loro, per tre stagioni. Questo sport mi riempie la vita e mi aiuta ad essere un buon lavoratore, un marito ed un buon padre».

Filmon Jemane è arrivato a Bologna nel 2008, dall’Eritrea. Aveva 18 anni quando è venuto in Italia per sottoporsi a cure mediche, dopo avere perso la vista per l’esplosione di una mina antiuomo. Da allora è rimasto qui, ricominciando a vivere dopo gli interventi. Ha studiato e ha iniziato a giocare a baseball, «uno sport perfetto per me, che fin da piccolo ho sempre corso e lanciato oggetti».

Nei prossimi incontri con la squadra una classe del liceo “Monti” proverà a cimentarsi in questo sport: il coach Lanzarini li benderà e farà provare loro l’emozione di giocare come se fosse atleti non vedenti.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui