Cesena, gli “Agricoltori attivi” sono pronti a continuare il confronto nei tavoli istituzionali
È stata una mattinata fitta di appuntamenti quella di ieri, ultimo dei tre giorni di presidio a Pievesestina degli agricoltori tornati a protestare a un anno di distanza dalle prime manifestazioni. Ieri mattina sono tornati a sfilare con i loro trattori per le vie di Cesena, ma a segnare la giornata sono stati anche gli incontri e le occasioni di confronto. Nella seconda parte della mattinata hanno fatto visita al presidio la consigliera regionale Pd Francesca Lucchi e la sindaca di Sogliano al Rubicone Tania Bocchini, il presidente di Orogel Bruno Piraccini, quello di Apofruit Mirco Zanotti e il vicepresidente di Cac Fabio D’Erasmo. Ad accoglierli gli Agricoltori Attivi Romagnoli, un gruppo più folto di quello della prima mattina di presidio, ma meno ampio di quanto non fosse un anno fa ma anche più maturo nella consapevolezza politica e nelle modalità di protesta.
Il confronto è stato ampio, tra le richieste avanzate una delle principali è quella di dichiarare lo stato di crisi per il settore agricolo: «Sarebbe strategico per far capire a tutti, alla politica ma anche ai consumatori, quello che sta succedendo». A presentarsi non una ma più agricolture: quella di montagna e quella di pianura, quella della produzione dei cereali, quella ortofrutticola, della produzione di semi e della zootecnia. Tra i temi affrontati quelli del prezzo, e di logiche di mercato che vanno a discapito dei produttori, delle normative sui fitofarmaci, l’eccesso di burocrazia, e il tema delle filiere su cui chiedono di lavorare per ridistribuire il valore e dare sostenibilità al lavoro di chi produce, ma anche delle politiche di sussidio che si dimostrano inefficaci nel dare effettivo sostegno laddove ce ne sarebbe bisogno, ad esempio per sostenere i giovani che scelgono di investire in agricoltura. «I soldi dati potrebbero essere spesi meglio, anche a sostegno dei giovani: non bastano i sussidi in denaro e un trattore da guidare, i giovani vanno accompagnati».
I rischi della mancanza di ricambio generazionale e l’appello alla politica perché se ne interessi realmente è arrivato anche dal presidente di Orogel Piraccini: «Di questo passo, tra qualche decennio a livello nazionale ed europeo ci troveremo in carenza alimentare». Rivolgendosi a Francesca Lucchi ha sottolineato in particolare l’esigenza di lavorare per alleggerire la burocrazia, «L’Emilia Romagna eccelle in tante cose, ma su questo fronte spesso ha rigidità ben superiori a quella di altri territori». Zanotti di Apofruit rivendica le scelte del passato fatte ad esempio sulla lotta integrata e le porta a modello: «Scegliemmo tra i primi la lotta integrata perché ci dava più strumenti di difesa in campo». È anche alla luce di quelle scelte che Zanotti rivendica un tema caro agli agricoltori e che torna a più riprese nelle loro proteste: «Non siamo inquinatori». Sul punto insiste anche il vicepresidente di CaC: «Il nostro è sempre stato un lavoro umile, ma rispettato, oggi invece ci guardano come quelli che inquinano». Riprendersi, agli occhi della politica e della comunità, la considerazione di un tempo è uno dei temi su chiedono di poter lavorare insieme alla politica. «Ora la sfida è dare continuità a proteste come questa - ha esortato D’Erasmo - queste giornate sono solo perdite di tempo se non trovano continuità nei tavoli istituzionali e nelle consulte». Una sfida a cui gli Agricoltori Attivi Romagnoli sono pronti.
«Oggi siamo qui principalmente per ascoltare», spiegano Francesca Lucchi e Tania Bocchini. «Ci sono temi tra quelli sollevati oggi - ha detto Lucchi - su cui possiamo fare poco a livello locale, altri invece su cui possiamo lavorare: sui bandi, se sono tarati male e quindi poco efficaci, per aggiustare il tiro, anche sulla consapevolezza dei consumatori possiamo fare molto». Bocchini, sindaca di montagna, porta un esempio di come agricoltori e Comune possono collaborare: «Nella regimazione delle acque e sgombero neve ad esempio a Sogliano abbiamo trovato il modo di lavorare con gli agricoltori del territorio. Non risolve tutti i problemi del settore, ma è un esempio di come due bisogni possono incontrarsi e aiutarsi a vicenda».