Gambettola, droga e clienti non registrati, sospesa la licenza all’affittacamere. Altri controlli sul territorio
CESENA. Nella mattinata di ieri gli agenti del Commissariato di P.S. di Cesena hanno eseguito il provvedimento emesso dal questore Claudio Mastromattei che ha disposto la sospensione della licenza, ai sensi dell’art. 100 del T.U.L.P.S., alla struttura ricettiva, di Gambettola, dove nei giorni scorsi i poliziotti della Squadra Mobile avevano tratto in arresto un ospite con un ingente quantitativo di stupefacente.
Gli approfondimenti della Divisione Polizia Amministrativa, svolti in stretta connessione con quelli di polizia giudiziaria, hanno permesso di accertare che il nominativo della persona arrestata, così come quelli di altri ospiti, due dei quali pluripregiudicati, non erano stati comunicati alla Questura come prescritto dall’articolo 109 del T.U.L.P.S.
L’intervento svolto ha evidenziato le gravi carenze gestionali del titolare che, omettendo la registrazione dei clienti, ne ha agevolato l’indole criminosa rendendo contestualmente difficoltosa l’attività di controllo delle Forze di Polizia; l’uomo, oltre ad essere segnalato alla Procura della Repubblica in base agli artt. 17 e 109 T.U.L.P.S., sarà costretto a tenere chiusa la struttura per 10 giorni.
Nei prossimi giorni saranno svolti in tutto il territorio provinciale servizi di controllo interforze alle strutture ricettive, finalizzati a verificare il rispetto delle disposizioni del T.U.L.P.S. che impongono al gestore di comunicare, in tempi ristretti, alla Questura, i dati identificativi di tutte le persone ospitate e di verificarne l’identità.
Al riguardo, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha recentemente chiarito che le procedure, sempre più diffuse, del “check-in da remoto”, con invio dei documenti d’identità dell’ospite al gestore in modo telematico (ad esempio tramite posta elettronica o le app dei vari provider gestionali degli affitti brevi) e la disponibilità delle chiavi d’accesso al locale in apposite “key boxes”, devono essere necessariamente accompagnate dal riscontro sul posto, a carico del gestore, sull’effettiva identità degli ospiti rispetto ai documenti precedentemente inviati; solo l’identificazione svolta “realmente” all’arrivo, quindi, tiene al riparo il gestore dalla denuncia alla Procura della Repubblica.