Cesena, donne maltrattate, escalation allarmante: da 60 a 116 casi seguiti dal Centro anti-violenza

Sono in maggioranza madri italiane sotto i 50 anni. Questo il profilo di chi si rivolge ai Centri Donna e antiviolenza del Comune. Le statistiche dell’attività svolta, riferite al 2024, sono state illustrate l’altro ieri, in un’audizione davanti alla terza commissione consiliare. Al vertice della graduatoria degli autori c’è il coniuge (39,5% dei casi), ma aumentano i maltrattamenti anche fuori dalle mura domestiche, pure sul posto di lavoro. Rincuora l’efficacia delle recenti iniziative messe in atto dalla rete di contrasto al fenomeno, come i laboratori operativi che incentivano il confronto tra assistite e il servizio “Taxi per la salvezza”.
Il Centro Donna
Il nuovo assetto basato sulla coprogettazione, che vede molte associazioni affiancarsi alla rete cardine formata da Unione Valle Savio, Unione Rubicone Mare, Ausl Romagna e forze dell’ordine, «ha consentito, nell’arco dell’anno passato – ha riportato la referente dei Centri, Claudia Gatta – di costruire una attività costante di monitoraggio, che ci ha permesso di constatare un aumento di affluenza delle donne, portandoci a decidere di ampliare gli orari di apertura». Una decisione maturata anche dalla disponibilità di ulteriori specifici finanziamenti regionali. L’anno scorso il Centro Donna ha seguito per il reinserimento lavorativo 107 donne. Attraverso colloqui individuali con gli operatori riconquistano consapevolezza personale e decisionale e imparano a conoscere i servizi del territorio: per l’infanzia, sanitari, culturali e imprese. Nel dettaglio, le utenti sono state 23 italiane, 13 magrebine, 1 sudamericana, 3 dell’est Europa, 39 africane. Erano 72 le disoccupate, 2 avevano contratti part-time, 4 a tempo determinato, 4 a tempo indeterminato, 2 erano lavoratrici autonome.
Le violenze
Il Centro anti-violenza conta, nel 2024, 116 donne prese in carico: 98 per la prima volta, 18 reduci da anni precedenti. Il 70% di nazionalità italiana, il 30% straniera. Il 63% risiede a Cesena, una a Forlì, 24 nella provincia, 4 sono di altre province, 3 di altre regioni, 8 di passaggio sul territorio. Queste ultime sono donne che «hanno avuto il problema durante il soggiorno e si sono rivolte al Centro – ha chiarito Gatta –. Vengono prese in carico qui e quando devono rientrare vengono indirizzate ai servizi dei territori di residenza». Le fruitrici del Centro «sono sempre maggiorenni, non possiamo incaricarci di minori»: il 15% ha dai 18 ai 29 anni; il 18% dai 30 ai 39, il 27% dai 40 ai 49; il 16% dai 50 ai 59 anni; il 10% dai 60 ai 69; tre donne superano i 70 anni. Spicca la prevalenza di madri: 86 su 116.
I numeri sono in crescita rispetto agli anni passati: nel 2020 sono state prese in carico 60 donne, salite a 77 nel 2021, 98 nel 2022, 106 nel 2023 e 116 nell’anno passato. Nel primo trimestre del 2025 sono già 40.
Autori e denunce
Sono 294 le violenze di vario tipo che sono state segnalate: fisica, psicologica, economica, sessuale, stalking, assistita (figlie che vedono maltrattamenti alle madri e che a 18 anni si rivolgono al Centro), mobbing. «Spesso - ha sottolineato Gatta - c’è una escalation di violenze nella stessa vittima: l’autore inizia con la pressione psicologica, poi viene la privazione di qualcosa fino alla colluttazione». In 47 casi è il coniuge ad aver perpetrato i maltrattamenti; in 13 il convivente; 25 l’ex; 6 il compagno; 4 il datore di lavoro o un collega. I responsabili delle violenze sono 119: alcune donne subiscono maltrattamenti di più uomini, per esempio dal compagno e dal fratello.
Le denunce sono «in costante aumento», ha fatto sapere Gatta: nel 2024 sono 39 le donne prese in carico che le hanno presentate; 61 non lo hanno ancora fatto e in 19 casi sono state rilevate, ma non ancora dichiarate. «Non è detto che lo dicano subito - ha evidenziato la referente - Possono arrivarci col tempo o siamo noi a capirlo. In altri casi hanno sporto querela, ma l’hanno ritirata».
Soccorsi sanitari
Si sono presentate al Centro con regolare documentazione medica del Pronto soccorso 22 donne. La coordinatrice della rete antiviolenza, Paola Ceccarelli, di Ausl Romagna, ha inoltre aggiunto che «sono state 65 quelle accolte nei percorsi di emergenza e urgenza; 6 sono state trattate per abusi sessuali; 5 erano vittime di violenza da parte di persone a loro note; una da sconosciuta. Tutte hanno necessitato di cure specialistiche».
Taxi della salvezza
Tra le strategie di intervento più innovative attuate dalla rete nel 2024 c’è il “Taxi della salvezza”. «Fa parte della progettazione finanziata esternamente - ha spiegato Claudia Gatta -. È attivo sul territorio e coinvolge la cooperativa tassisti di Cesena. Viene chiamato da soggetti autorizzati (polizia, carabinieri e altri componenti della rete antiviolenza) e si reca sul luogo della violenza da dove la donna deve essere portata via per condurla nei luoghi di ricovero. Il tassista mappa il tragitto, si mette in contatto con la rete e una volta terminato il trasporto manda la fattura al Centro anti-violenza». Lo scorso anno sono state attivate 13 corse. Questo sistema restringe i tempi di intervento, alleggerisce il lavoro delle forze dell’ordine e garantisce l’allontanamento della donna dalla situazione di pericolo.