Cesena, cucina a domicilio a km zero con “Azdora a casa tua”
Ci sono tanti modi per esplorare, raccontare, descrivere la storia. E per conoscere e scoprire cosa sia rimasto di esperienze, vicende e tradizioni finite. Fra le tante risorse c’è anche la cucina. Il cibo è da sempre custode di segreti, abitudini, usanze e costumi. Di popoli interi o più banalmente di famiglie. Un piatto di pasta fresca impastata con la farina del mulino locale e tirata a mano col mattarello. Condita col sugo che richiama alla terra, alle coltivazioni e agli allevamenti di una volta. O la fragranza di dolci e panificati capaci di trasportare la memoria. E poi il rito delle conserve: dal pomodoro alle marmellate con la frutta del contadino vicino. Fino ai sott’aceti e i sott’oli con i prodotti dell’orto domestico.
Ebbene, a Cesena c’è chi, come le amiche Elisa Marzocchi e Nadia Parola, unite dalla passione per il cibo genuino, artigianale tipico della Romagna, ma con apprezzati slanci in giro per l’Italia, ha deciso di ripercorrere gli anni tra taglieri in legno, forni e fornelli. Proprio come tramandato dalle “azdore”. Con una particolarità: «lo faremo in casa di chi ci chiamerà», ha spiegato Elisa, titolare della nuova impresa alimentare domestica (Iad) “L’azdora a casa tua”. «Una cena con amici, parenti o con l’anima gemella? Non c’è problema – ha continuato – andiamo al domicilio dell’interessato con il nostro tagliere, il nostro mattarello, i nostri prodotti alimentari e prepariamo la cena».
Già, perché chi deciderà di affidarsi alle idee e alle mani delle due cuoche non dovrà nemmeno preoccuparsi di fare la spesa: «In base al menu che ci verrà richiesto porteremo tutto noi dal nostro negozio di Ronta: “Impasta ricordi”». Sughi, sott’oli, sott’aceti, pane, pasta fresca, dolci: «tutto fatto in casa – ha garantito – Il nostro laboratorio è proprio la mia abitazione». Dalla terra alla tavola: «Usiamo solo prodotti a chilometro zero e produciamo tutto in maniera artigianale».
Attenzione però: non è un servizio per soggetti pigri: «Avremmo potuto organizzare il classico corso di cucina dove mostravamo le corrette modalità di preparazione dei vari piatti, ma ci sembrava qualcosa di già visto e ripetitivo - ha detto Marzocchi - Quindi abbiamo pensato di portare il corso a casa della gente: per trasformarlo poi in una vera e propria cena. Il menù lo stabilisce il cliente che ci ingaggia, ma lui e i commensali sono invitati a cucinare insieme a noi, Insomma, mangi e impari».
Un’unica regola: «Si lavora come le nostre nonne: tagliatelle, strozzapreti, passatelli e cappelleti fatti a mano, gnocchi impastati come una volta». E così, tra una cena romantica e un’abbuffata in compagnia «stimoliamo i ricordi di infanzia prediligendo ricette che abbiamo conosciuto da piccole e che ci hanno accompagnato fino a oggi: per riscoprire le nostre origini e quelle dei clienti». Un viaggio culinario lungo una Nazione: «la Romagna rimane il nostro must, ma amiamo spostarci nelle altre regioni d’Italia. Se qualcuno vuole le orecchiette le facciamo. Grano duro, acqua e mani, come tradizione pugliese impone».
Elisa Marzocchi ha scelto di avviare la Iad dopo «aver notato che Nadia condivideva la mia stessa linea di pensiero: evitare, per quanto possibile, di andare al supermercato, prediligere l’artigianato alla grande distribuzione industriale e preferire la preparazione di cibi freschi e genuini piuttosto che abusare di quelli pronti e precotti». Una filosofia ben chiara quella delle due colleghe: «mostrare a chi ci sceglie che dentro ogni piatto, ogni prodotto, ogni alimento c’è una storia. Ci sono usi e costumi di popoli. Ricordi di famiglie». Attenzione: chi richiede l’ausilio dell’azdora a casa sua impara, mangia, ma soprattutto, non paga. Strano, ma vero: ci penseranno gli ospiti.