Cesena, chiude la sala operativa del commissariato. Protesta il Sap: «Conseguenze negative»

CESENA. Il ministero vuole chiudere la sala operativa del commissariato di Cesena e il Sap Forlì-Cesena protesta. «Abbiamo appreso dell’intenzione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di chiudere la Sala Operativa del Commissariato di Cesena», scrive il sindacato in una nota. «La conseguenza di tale eventuale decisione sarebbe quella che Cesena non avrebbe più, almeno per la Polizia di Stato, un suo numero di emergenza 112 e che le richieste di intervento verrebbero gestite da Forlì. Tale scelta di grigia ragionieristica ministeriale, potrebbe determinare effetti negativi per la città di Cesena e per il suo circondario poiché si demanderebbe la gestione dell’emergenza ad un ente slegato dal territorio di riferimento. Rimaniamo sempre sorpresi quando si decide di intervenire in maniera così drastica senza reali e concreti motivi e senza, soprattutto, essersi calati preventivamente nel territorio per capirne le dinamiche e le peculiarità».
«Siamo realmente preoccupati», aggiunge il Sap, «perché Cesena rischia di trovarsi privata di un suo fondamentale presidio di sicurezza e di contro Forlì si troverà a gestire anche la sicurezza di Cesena con un importante aggravio del carico di lavoro degli operatori di quella Sala Operativa. Non è pensabile, inoltre, vista la carenza di personale e viste le ultime imposizioni del Dipartimento in materia di impiego del personale (per le quali, per esempio, al Questore è stato imposto di rinforzare gli Uffici Immigrazione) che a Forlì si
possa pensare di rinforzare l’organico della Sala Operativa. Questo non potrà che avere conseguenze negative. Tale scelta, qualora dovesse effettivamente venire adottata, determinerà un reale indebolimento del sistema sicurezza con ripercussioni sia a Cesena che a Forlì».
Al sindacato appare «davvero incomprensibile come si pensi di chiudere la Sala Operativa di un Commissariato importante come quello di Cesena quando poi sul territorio nazionale esistono realtà assolutamente inferiori per abitanti, per estensione del territorio ed emergenze gestite. A questo si deve anche poi necessariamente considerare che nel periodo estivo la riviera affollata di turisti, la cui popolazione residente sale di molte centinaia di migliaia di unità, imporrebbe un ulteriore rinforzo dei presidi di sicurezza. Così si rischia solamente di sovraccaricare la sola sala operativa eventualmente rimasta con il pericolo di determinare pericolosi ritardi nella gestione delle emergenze. Perché è proprio sulla gestione delle emergenze che si potrebbero verificare le più pericolose criticità. Nonostante abbia ormai mostrato tutti i suoi limiti ed i suoi effetti negativi, la politica accattivante delle
chiusure decise in nome di un finto risparmio continua ad essere quella preferita dal centro dove però, al contrario e chissà perché, non sembra attecchire».
«Altro aspetto della questione che lascia veramente perplessi ed anche, da cittadini, estremamente indignati», aggiunge il Sap, «è quello legato alle risorse già spese per aggiornare la sala operativa del Commissariato di Cesena. L’entrata in funzione a pieno regime a partire dal 4 febbraio 2025 del sistema regionale di CUR (centrale unica di risposta con sede a Bologna) ha imposto la necessità di sostituire i computer utilizzati fino a quel momento con altri aggiornati e programmati per l’occorrenza e di svolgere un grande lavoro di formazione del personale affinché lavori in qualità secondo le procedure ISO9001. Ma ancora più paradossale è la circostanza per la quale nel nuovo Commissariato che sta
sorgendo accanto al Caps, è stata progettata e inserita la Sala Operativa per la quale, ovviamente, si devono predisporre cablaggi e collegamenti dedicati per i quali già sono state investite risorse che appaiono destinate ad essere sprecate».
Il Sap aggiunge poi che «allo stesso modo, la eventuale chiusura andrebbe a vanificare gli sforzi fatti dal Comune di Cesena di implementazione del sistema di videosorveglianza per il quale sono già state spese somme di denaro per l’installazione dei server necessari anche all’interno della sala operativa del Commissariato. Questo risulta ulteriormente inaccettabile. Chi guarderà le telecamere se chiudiamo la sala operativa? Francamente non si arrivano a comprendere le regioni di una scelta del genere. Per il Commissariato non corrisponderebbero ad un risparmio di personale poiché comunque lo stesso veniva impiegato anche in altre mansioni che rimarrebbero immutate. Per la Questura determinerebbe un appesantimento del carico di lavoro di quella Sala Operativa per la quale il Questore, già in difficoltà per la carenza di personale, non potrebbe operare un rinforzo dell’organico. Ancora una volta la ragioneria di Stato non solo pare essere distante dalla complessità dei territori, non volendo capirne le peculiarità, ma soprattutto pare non avere fatto correttamente i conti. Cesena inoltre, rischia di perdere un suo importante presidio dando ancora di più l’idea che la qualità di co capoluogo di provincia appaia più qualcosa di formale che di sostanziale. Rimane un altro aspetto da valutare. Con la costruzione del Commissariato in seno al Caps si va sviluppando un importante presidio di sicurezza probabilmente unico in Italia nel quale insisteranno contemporaneamente e anche complementarmente uffici operativi come il Commissariato di PS e la Sezione Speciale di Polizia Stradale e Istituti di Istruzione come il Caps. Questo potrebbe andare a formare anche un importante polo formativo per mezzo del quale il personale inviato presso la scuola per frequentare corsi di formazione e aggiornamento
potrà avere la possibilità di potersi formare direttamente sul “campo” e non solo nella teoria. Ancora una volta, quindi, nonostante nei programmi la sicurezza venga inserita tra le priorità, si consentono interventi di questo genere che anziché aumentarli e rinforzarli, riducono i presidi di sicurezza sui territori abbassando il livello di tutela per i cittadini. Questa scelta, come argomentato, non solo non determinerebbe alcun risparmio disperdendo le risorse pubbliche già impiegate, ma andrà certamente ad indebolire l’apparato di sicurezza nella nostra provincia con particolare ripercussione per la città di Cesena. Per quanto sopra ci auguriamo pertanto che il Commissariato e la città di Cesena possano continuare a contare sull’opera di un presidio di sicurezza fondamentale come il 112 NUE attivo sul territorio».