Cesena, case al quartiere Novello: la paralisi del cantiere rischia di durare fino all’estate

La paralisi della costruzione degli alloggi sociali previsti nel quartiere Novello sarà probabilmente superata solo interrompendo il rapporto con l’impresa che si sta occupando dei lavori. É questa l’impressione, e se accadrà, è concreta la prospettiva di non riattivare il cantiere fino alla prossima estate, visto che ci saranno da fare operazioni che richiedono un certo tempo, dalla valutazione sullo stato di consistenza dei luoghi con la ditta uscente (per stabilire ufficialmente fin dove sono arrivati e capire cosa va pagato loro e dove va fissato il punto di partenza per chi subentra) alla preparazione della gara d’appalto. Sarebbe un’ulteriore dilatazione dei tempi fonte di non pochi problemi, perché la fame di case in locazione per le fasce a medio-basso reddito è sempre più forte.

Il rifiuto di “Fabrica”

Le commissioni consiliari 1 e 2, convocate per il 20 novembre per fare il punto sulla situazione, rischiano però di restare a corto di molte risposte che si sente l’esigenza do avere. Non parteciperanno infatti all’incontro rappresentanti di “Fabrica Immobiliare Sgr Spa”, intermediario finanziario, autorizzato dalla Banca d’Italia allo svolgimento dell’attività di gestione collettiva del risparmio, che in questo caso si traduce nella gestione del Fondo Novello (di cui il Comune di Cesena è sottoscrittore, insieme a Cassa Depositi e Prestiti e alla Cassa di Risparmio di Cesena). Il fund manager Paolo Fiore ha comunicato in una lettera ai presidenti delle due commissioni, Andrea Imperato e Michele Manuzzi, che non accetteranno l’invito che hanno ricevuto a fare chiarezza. Saranno dunque presenti solo gli assessori Camillo Acerbi e Cristina Mazzoni e il dirigente e membro del comitato consultivo sul Novello, Stefano Severi.

Le motivazioni dell’assenza

Il motivo della “reticenza” di “Fabrica Immobiliare Sgr Spa” è la sua natura giuridica di fondo di investimento, i cui soci hanno il ruolo di fornire gli indirizzi ed eventualmente lo possono sfiduciare come gestore, ma non di conoscere i dettagli delle operazioni in corso. Fiore ha spiegato che questo non è possibile, perché minerebbe l’indipendenza d’azione e cozzerebbe con la disciplina prevista in materia.

Tra l’altro, va aggiunto che ipoteticamente ci sarebbe il rischio di essere accusati di provocare rischi di turbativa, perché per esempio, se il rapporto con l’attuale impresa costruttrice, “Petas”, dovesse interrompersi, “Fabrica” dovrebbe fare una nuova gara con un confronto competitivo per assegnare i lavori a un’altra ditta e quindi serve una riservatezza che l’interlocuzione coi soci (in questo caso gli assessori del Comune) potrebbe mettere a repentaglio, facendo trapelare informazioni di cui potrebbe avvantaggiarsi qualche impresa.

Insomma, tutta la faccenda è molto delicata, anche se questo genera inevitabilmente nei cittadini e anche nei loro rappresentanti politici la sensazione di una chiarezza insufficiente su quanto sta accadendo e su quali sono gli scenari. Ed è difficile da digerire quando in ballo c’è una questione fondamentale come l’emergenza abitativa.

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