Cesena, Anita Pezzi protagonista dello spot Rai del Festival di Sanremo VIDEO

Cesena

Nessuna fretta. «Voglio godermi il viaggio». È ambiziosa sì, ma in equilibro tra sogni e realtà, la cesenate Anita Pezzi, che sta diventando un volto noto a livello nazionale come co-protagonista di uno spot promozionale del Festival di Sanremo. «Vivo la soddisfazione di fare quello che più amo fin da quando ero piccola. Il rischio di esagerare e fare il passo più lungo della gamba è alto».

Un timore che per la giovane cantante, ballerina e attrice, in sintesi artista nata a Cesena nel 2003 e trapiantata a Roma per formazione, si potrebbe rivelare componente determinante per la realizzazione personale e professionale. Nell’avvincente viaggio nel mondo dello spettacolo, la bussola per la 21enne è solo una: «il tempo», ribadisce più volte. Un passo alla volta. «Ho iniziato a cantare da bambina - racconta - In casa mia c’è sempre stata la musica. Il rock anni Settanta era il protagonista e mi ha fatto innamorare: Led Zeppelin, Deep Purple, The Doors e altre pietre miliari». Questioni di famiglia, insomma? «Sì, come il rito della domenica mattina - continua - quando papà metteva i dischi di Mina e io cantavo». Le tappe, però, spesso, sono imprevedibili: «Qualche anno dopo sono rimasta colpita dalla danza. Ho abbandonato il canto e ho iniziato a ballare al Liceum Danza di Giada Lucchi, a Cesena». Così, tra una coreografia e nuovi orizzonti, si è «trasferita a Roma proprio per imparare e crescere in questa disciplina». Con ostacoli che a volte si rivelano sliding doors: «Un paio di infortuni e conseguenti operazioni mi hanno costretto a lasciare il ballo per anni. Ma non mi sono fermata: ho riscoperto la passione per il canto, riprendendo a studiare da autodidatta. E ho capito che quello che stavo facendo era il percorso adatto a me: facevo e faccio quello che mi piace». Unico imperativo: migliorare. «A Roma frequento il secondo anno dell’Art Village di Luciano Cannito, un’accademia di canto, danza e recitazione». Costanza e coraggio ripagano, fino all’inaspettato: «Tramite il mio insegnante di recitazione, ho trovato il bando di audizione per gli spot promozionali del Festival di Sanremo, ho mandato la proposta, è piaciuta, mi hanno ricontatto e poche settimane fa l’abbiamo registrato». Vedere per credere. Pezzi è il volto e la voce femminile di uno dei cortometraggi che la Rai sta mandando in onda per sponsorizzare la prossima edizione del contest canoro più celebre di Italia. Seduta sugli spalti di uno stadio, insieme a un collega, intona il brano “Grande amore”, del trio Il Volo.

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Il futuro

«Non nascondo il desiderio di esibirmi all’Ariston - confessa schietta - ma se ne parlerà quando sarà il momento». Intanto, si sta «concentrando sulla recitazione. Ho già fatto qualche comparsa in alcune serie tv; è un mondo in cui mi ritrovo, mi piace moltissimo l’esperienza del set». Sempre per gradi: «Ho iniziato col teatro: è la base essenziale per chi vuole recitare. In un futuro vorrei lavorare nel cinema». Tornando al Festival di Sanremo, confida: «Tiferò per Serena Brancale. Gareggerà per la prima volta: è una musicista e una cantante eccezionale, alla quale mi ispiro. Ci accomunano le origini soul, blues e jazz». Le radici cesenati contano, ma ne vede i limiti: «Cesena è casa mia, ma sono stata costretta ad andarmene. Dal punto di vista artistico e culturale non ci sono stimoli, né sostegno né opportunità. Mancano i progetti: è un grande limite. È già difficile farsi spazio a Roma, capitale anche del cinema italiano con Cinecittà; figuriamoci dove non si fa nulla per promuovere queste forme di cultura». C’è la consapevolezza che “la passione resta la componente essenziale, però non si può approfittare di questo continuando a non riconoscere lavoro, fatica e investimenti - ammonisce Anita Pezzi - Si può suonare live gratis o sottopagati fino a un certo punto; quando cominciano a subentrare dinamiche professionali, bisogna decidere». Un altro messaggio: «Senza valorizzazione collettiva l’arte non esiste». Nessun rimpianto: lo dicevano anche gli Ac/Dc che «la strada è lunga se vuoi fare il rock’n’roll al massimo. Adesso è solo tempo di godersi la Stairway to Heaven», conclude.

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