Cesena, a mettere in difficoltà i lecci è una cocciniglia, ma il Comune può poco per contrastarla
È una cocciniglia, il Kermococcus vermiglio, a causare gli estesi disseccamenti che stanno colpendo i lecci cesenati, ma per contrastarla i mezzi a disposizione del Comune sono limitati. A segnalare preoccupato questi disseccamenti era stato il cittadino cesenate Primo Giannini, ex perito agrario ora in pensione, che girando per la città aveva notato come il fenomeno sembrasse diffuso avanzando il timore che ci fosse una malattia delle piante che si sta diffondendo tra gli alberi della città.
Giannini aveva notato alberi sofferenti in varie strade nella zona attorno alla parrocchia di San Paolo, dalle parti di San Mauro in Valle, in una mezza decina di alberi accanto al piazzale del cimitero di Martorano e anche almeno uno dei famosi lecci davanti alla Biblioteca Malatestiana». Interpellato sul caso l’assessore Christian Castorri si era impegnato a coinvolgere gli agronomi che collaborano con il Comune chiedendo verifiche specifiche. È proprio Castorri a riferire l’esito di quelle verifiche: «Il problema ai lecci - spiega - è causato da una Cocciniglia, il Kermococcus vermiglio, che causa estesi disseccamenti arrivando a volte a far seccare intere piante. Sicuramente le estati sempre più calde non aiutano, portando ad un indebolimento generale degli alberi». Il margine di azione dell’amministrazione è però limitato: «A causa delle leggi vigenti allo stato attuale - riferisce Castorri - non possiamo più usare prodotti fitosanitari in aree pubbliche per contrastare questo parassita (neanche, per esempio, prodotti per agricoltura biologica come l’olio bianco). Pertanto usiamo le uniche armi che abbiamo a disposizione: forti potature delle piante colpite e lancio di coccinelle Exochomus quadripustulatus nei mesi di aprile-maggio. Diciamo che in questo modo riusciamo a diminuire il problema, ma non a contrastarlo totalmente».
Nel frattempo oltre ai problemi dei lecci, Primo Giannini ha notato che in città stanno scomparendo le betulle bianche: «Si erano diffuse un po’ di anni fa, ma ormai stanno scomparendo». In questo caso però probabilmente la “colpa” è dell’innalzamento delle temperature: «Il nostro clima non è più adatto». A preoccupare di più Giannini sono anche gli ippocastani: «Sono sofferenti in diversi punti della città». «Nella zona di Villarco vicino alla nuova rotonda - segnala - ce ne sono due che sembra siano stati colpiti da un lanciafiamme. Nella zona di San Rocco, vicino alla parrocchia, ce n’è uno monumentale che è ormai tutto secco». In questo caso però, fa sapere Castorri, «il seccume delle foglie è causato da un patogeno fungino presente pressoché da sempre (Guignardia aesculi), che causa disseccamenti fogliari ma molto raramente porta a danni importanti per l’albero».