Capitale italiana della cultura, Cesena sceglie la candidatura unica con Forlì

Cesena

Passa a maggioranza la proposta di lavorare a una candidatura congiunta con Forlì al bando per diventare Capitale italiana della Cultura. Gli unici voti contrari sono quelli di Fratelli d’Italia (la Lega era assente, Csn ha votato a favore con la maggioranza) e arrivano al termine di due ore di dibattito a tratti anche piuttosto acceso. Sei gli emendamenti presentati dai gruppi, l’unico poi effettivamente recepito è stato quello di Cesena 2024 (lo stesso gruppo che ha presentato la mozione in cui proponeva la candidatura di Cesena) con Pd e Fondamenta Avs, preferito ai due di Cesena Siamo Noi che comunque andavano nella stessa direzione di una candidatura unica con Forlì.

«Sgarbo istituzionale»

Respinti quelli di Fratelli d’Italia che invece chiedevano di tornare alla stesura originale della mozione: «Quello è il testo su cui ci eravamo confrontati e che invece ora cambiate senza nemmeno una telefonata», per il capogruppo di FdI Marco Casali l’emendamento di Cesena 2024 rappresenta «un tradimento» degli accordi presi. La posizione del gruppo è chiara: Cesena avrebbe dovuto ritirare la mozione, non farlo dopo che il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini ha annunciato la candidatura cesenate per Nicholas Pellegrini è stato «uno sgarbo istituzionale». La maggioranza cesenate avrebbe dovuto riconoscere «che Cesena è arrivata tardi e accodarsi alla proposta di Forlì». È un attacco, quello delle opposizioni che va oltre la genesi della proposta di candidatura che anzi diventa un’occasione per attaccare le politiche culturali cesenati degli ultimi anni. «Da anni la cultura a Cesena è sottofinanziata», denuncia Parise di Cesena Siamo Noi richiamando la mancata riattivazione del comitato scientifico della Malatestiana e della consulta cultura».

Acerbi contro le «menzogne»

Se gli attacchi sono stati a tratti duri non è stata da meno la replica dell’assessore Camillo Acerbi, che ha rifiutato «il tentativo di sminuire Cesena e le sue potenzialità» e ha definito «menzogne» le ricostruzioni secondo cui Cesena avrebbe copiato Forlì o che, peggio, avrebbe avuto l’intento di ostacolare Forlì. «Era inizio novembre quando il consigliere Berti (di Cesena 2024, ndr) mi ha informato della sua idea di proporre questa candidatura», ha riferito Acerbi, che poi ha chiarito: «Il bando non è ancora uscito e quando uscirà sarà possibile fare domanda fino a settembre, tempi che da un lato ci dicono che c’è tutto il tempo per costruire una proposta valida, dall’altro che nessuno, contrariamente a quanto detto da qualcuno, può aver già presentato la propria candidatura. Non è semplicemente possibile». Nella pubblica amministrazione «sono i documenti a contare» e la mozione presentata da Cesena 2024 rientra in questa categoria: «È stata depositata la sera del 22 gennaio, il giorno dopo tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione, la giunta e parte del personale ne erano a conoscenza e so di per certo che il giorno dopo ancora in Comune a Forlì si sapeva dell’intenzione di Cesena di candidarsi. L’annuncio di Zattini è di quindici giorni dopo. Questi i fatti».

Nessuna gara

La premessa da cui è partito Acerbi è quella amare Forlì, città nel cui Comune ha lavorato per anni e a cui si sente molto legato. «Non penso che abbia alcuna importanza la primogenitura, ma non accetto si dica che Cesena ha copiato e che lo abbia fatto per ostacolare Forlì». Acerbi al contrario è convinto che le due proposte «siano maturate in parallelo, semplicemente perché i tempi erano maturi. Entrambe le città hanno le carte in regola per poter portare avanti la candidatura ma presentare due proposte distinte comporterebbe una guerra che vedrebbe entrambe le città soccombenti». L’esortazione è «almeno provarci» a trovare una soluzione con il Ministero, un’apertura nel bando. Ma Acerbi ha pronta anche l’escamotage nel caso in cui le regole del bando non cambino: «Presentare due progetti identici in cui ci si impegna a condividere le risorse e le progettualità».

«Dovete crederci anche voi»

Maggioranza compatta nel sostenere la proposta di una candidatura unica. «Il bando premia l’ampiezza della proposta ma non l’eventualità che siano due città a presentarla», ha ammesso il capogruppo Pd Francesco Rossi, «Ma Cesena e Forlì sono due città complementari per storia, peculiarità e proposta culturale. Giochiamocela questa caratteristica. Per farcela dovete crederci anche voi», l’esortazione rivolta ai banchi dell’opposizione. «Noi ci crediamo - è la risposta convinta del capogruppo di Cesena 2024 Armando Strinati -. Se abbiamo modificato la mozione è perché abbiamo a cuore il territorio e abbiamo colto l’esortazione arrivata dal mondo culturale». Vittorio Valletta ha sottolineato la ricchezza dei due territori, per quanto la proposta unitaria, «sia evidentemente più forte dal punto si vista strategico», ha però invitato a non vedere come una sconfitta l’eventuale percorso che scaturirebbe da due candidature distinte. Damiano Censi di Fondamenta Avs ha esortato a superare il dibatitto sulla primogenitura: «Come dare voce alle espressioni culturali collettive che animano le nostre comunità? Questo è il quesito su cui dovremmo interrogarci».

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