Borghi, tir traditi dai navigatori si incastrano nella strada: in cerca di soluzioni con segnali chiari e multilingue
I tir creano caos e ostruiscono la Strada provinciale 11 Savignano-Sogliano. La viabilità è a rischio soprattutto nel territorio di Borghi, dove il tragitto presenta le prime curve e restringimenti, ci sono segnali di divieto ma sono poco visibili e in punti dove diventa già difficile girare i mezzi pesanti. Ora da Borghi arrivano nuove proposte per evitare i blocchi del traffico, che rende necessari continui interventi della polizia locale. Anche recentemente la strada è stata chiusa per un tir incastrato e gli agenti hanno impiegato ore per limitare i disagi per gli altri veicoli, dirottato su strade alternative.
«Il nodo principale è semplice quanto preoccupante: la Sp 11 non è attrezzata per accogliere veicoli di grandi dimensioni - sottolinea Dario Placca, capogruppo di minoranza di “Laboratorio per Borghi” - ma ciò non impedisce ai camion di percorrerla, causando disagi ripetuti. Continuiamo a vedere scene di camion bloccati o costretti a cercare una piazzola per invertire il senso di marcia. I conducenti, spesso stranieri e con poca familiarità delle strade locali, affrontano percorsi inadatti a mezzi di grandi dimensioni». Si sospetta che parte del problema derivi dall’uso di navigatori satellitari non professionali, che indirizzano i veicoli verso itinerari impraticabili: «La segnaletica stradale è insufficiente - lamenta Placca - e mancano le informazioni preventive, lasciando i trasportatori senza indicazioni utili e con un’alta probabilità di errori». Si intravede però qualche apertura per risolvere l’annoso problema: «Dopo anni di segnalazioni da parte di residenti e aziende locali, le autorità sembrano pronte ad affrontare il problema».
Le proposte di Placca
Le soluzioni suggerite da Placca sono chiare: «Per prima cosa, va potenziata la segnaletica all’ingresso della Sp11: all’altezza del campo sportivo di Savignano è possibile installare cartelli chiari e visibili che invitino i mezzi pesanti all’inversione di marcia, sfruttando gli spazi ancora disponibili. Poi servono cartelli aggiuntivi lungo il percorso: non bastano le indicazioni alla rotonda con la via Emilia. Inoltre, devono essere cartelli ripetuti, con simboli universali e traduzioni in più lingue». Infine, anche le aziende sono invitate a fare la loro parte: «Quelle che ricevono le merci possono fare la loro parte, fornendo ai trasportatori indicazioni chiare, magari attraverso e-mail con percorsi predefiniti da utilizzare sui navigatori più comuni, come Google Maps o Waze. Sarebbero anche utili presidi temporanei della polizia locale nei punti più critici, come soluzione temporanea. Anzi, fin dall’uscita della A14, i conducenti andrebbero informati dei problemi della Sp 11, per evitare che imbocchino percorsi inadatti». Insomma, «un piano integrato può fare la differenza - conclude Placca - La sicurezza dei trasportatori, la fluidità del traffico e il rispetto per i territori attraversati devono essere al centro delle azioni future. L’urgenza di agire non è mai stata così evidente: è tempo di trasformare le parole in azioni concrete».