Appello alla Diocesi di Cesena-Sarsina: “Non cambiate il volto dell’ex asilo di Alfero”

Cesena
  • 17 novembre 2024

«Non cambiate “faccia” all’ex asilo».

È l’appello che, nell’imminenza dell’inizio dei lavori, molti residenti alferesi lanciano all’indirizzo della Diocesi, per la palazzina che nel tempo ha ospitato l’asilo “Elena Tommasini”.

La casa utilizzata in passato per far crescere le giovani generazioni di alferesi, si trova i via Molino ed è stata costruita a cavallo tra gli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso. L’esterno è con le classiche pietre “faccia a vista” tipiche di queste parti dell’Appennino e del periodo di costruzione.

Si tratta di un edificio di proprietà della Diocesi che, grazie ad un contributo ricevuto dal Vaticano di circa un milione di euro, ed approfittando dei beneficio dei bonus edilizi degli ultimi anni, è riuscita a mettere in campo un piano di riqualificazione e riuso della struttura,

Non più un asilo ma un centro polifunzionale che in futuro potrà essere utile come luogo per raduni degli scout e dei lupetti, ma anche per incontri e varie attività di tipo clericale ed associazionistico.

«Si trata di un edificio che è stato costruito dai nostri padri e dai nostri nonni - spiegano un gruppo di alferesi - e che presenta delle caratteristiche estetiche che ora rischiano di andare perdute».

Nessuno dei residenti ha visto il progetto. Ma in questi giorni si stanno iniziando a portare sul posto i materiali edili necessari alla ristrutturazione e che preludono all’avio dei lavori. Nel frattempo ad Alfero è emerso come il “nuovo asilo uan volta trasformato” non avrà più quella facciata, ma sarà ricoperto da un termo cappotto. Che eliminerà dunque il sasso “a vista” che ora caratterizza la casa ex asilo. «C’è anche chi ha scritto una mail alla Diocesi ed al Vescovo Regattieri chiedendo spiegazioni. È stato risposto che il termo cappotto serve per aumentare la classe energetica dell’edificio. Un aumento che garantisce anche l’acceso ai fondi ed agli sgravi destinati dalle leggi a lavori simili».

È un edificio abbastanza giovane da non avere vincoli della Sovrintendenza. Così la ristrutturazione è stata decisa dandogli un aspetto più moderno: «Noi speriamo invece che non si voglia cancellare l’estetica voluta da chi l’ha costruito alle origini. Il termo cappotto si potrebbe fare all’interno, senza inficiare il volto dell’asilo tanto amato da tutti».

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