Alluvioni: protesta lungo gli argini del Savio a Cesena contro l’abbattimento degli alberi
Una camminata per «conoscere e capire il senso di questa distruzione». Hanno descritto così Claudia Lanzillotti e Maria Chiara Bocchini, rispettivamente rappresentate Wwf dei cittadini di Cesena e responsabile sezione Wwf Forlì-Cesena, la passeggiata svoltasi ieri pomeriggio nel tratto dell’ansa di Ca’ Bianchi in via Roversano. Un’iniziativa che fa seguito a una serie di ripetute segnalazioni da parte dell’associazione ambientalista mirate a dimostrate «come queste potature peggiorino ulteriormente la situazione dell’alveo del fiume Savio» ha ribadito Bocchini. Oggetto di critica era il piano di intervento attuato dall’amministrazione comunale di Cesena: «Il parco del Savio è una riserva naturale - ha voluto precisare Lanzillotti - e come tale dovrebbe godere di massima tutela. In realtà qui di naturale non è rimasto nulla». Richieste chiare: «Gli abbattimenti devono essere fermati immediatamente - ha continuato - si notano già i primi fenomeni di erosione spondale: ciò significa che alle prossime piogge intense l’acqua scorrerà ancora più velocemente e altrettanto velocemente uscirà dagli argini». «Non ci parlino di pulizia - ha fatto eco Bocchini - qui stanno sradicando alberi ad alto fusto di almeno cinquant’anni. Regione e amministrazione devono spiegarci i motivi». La protesta ha trovato l’appoggio di una parte dell’opposizione comunale. Tra i presenti e sostenitori della campagna c’era il consigliere di Cesena Siamo Noi Denis Parise, già promotore di una interpellanza alla Giunta Lattuca. «Quanto si sta facendo in questo tratto di fiume è sbagliato. Tagli indiscriminati non servono a nulla: bisogna recidere e asportare la vegetazione secca. Inoltre - ha aggiunto - non si sta rispettando il regolamento imposto dalla Regione che prevede la potatura complessiva fino a 4 metri dall’alveo: qui si sta andando ben oltre e solo per ridurre tutto in pellet». Una situazione quella creatasi a margine dell’alluvione del maggio 2023 «riconducibile a vent’anni di mancata manutenzione del parco del Savio - ha indicato il consigliere - con una periodica pulizia non avremmo cataste di legna a bloccare l’acqua sotto i ponti».
Era presente anche una rappresentanza degli “Agricoltori attivi Romagnoli”, gruppo di coltivatori ed aziende agricole nato dopo le problematiche alluvionali del 2023: «Molti cittadini - ha riportato Lanzillotti - sono arrabbiati per questo scempio. Si sentono presi in giro dai nostri amministratori locali che per scopi di mero consenso politico, invece di ascoltare e confrontarsi con gli scienziati, scelgono la via più semplice: tagliare tutto. Parte della cittadinanza è tenuta sotto scacco con la paura. Quando chiede solo che il fiume venga pulito e non privato della vegetazione ripariale essenziale per l’assorbimento il deflusso dell’acqua in caso di piena».