Cesena, affisso lo striscione degli studenti in risposta alle scritte No Vax al Campus

Ogni promessa è debito. L’idea di Pietro, studente della facoltà di ingegneria informatica del Campus di Cesena, ha trovato concreta manifestazione. Tuttavia, non nelle forme che sperava: «Purtroppo – racconta – nonostante avessimo spiegato pubblicamente il nostro progetto davanti a una platea di circa 200 studenti nell’aula Polivalente del Campus ci siamo ritrovati in appena una dozzina a scrivere e ad appendere lo striscione». Con il denaro raccolto attraverso una raccolta fondi indetta dallo stesso studente promotore dell’iniziativa hanno acquistato il lenzuolo bianco e l’occorrente per realizzare il loro progetto.
E così, ieri pomeriggio, dalla terrazza dell’Ateneo cesenate hanno appeso lo striscione “di risposta” al raid di una banda di ignoti che, nella notte tra martedì e mercoledì della scorsa settimana, ha imbrattato le pareti esterne con scritte inneggianti ai movimenti “No vax”. Recante una frase semplice, ma inequivocabile. Che dipinge a pieno il pensiero degli autori: “La conoscenza illumina, l’ignoranza imbratta!”.
Nessuna opposizione all’iniziativa da parte della dirigenza e del corpo docenti del Campus che hanno lasciato massima libertà di azione ai ragazzi. «Un professore – dice Pietro - ha addirittura condiviso il video dell’affissione e la foto del lavoro completo sui suoi social. I bidelli ci hanno più volte offerto fascette e chiodi per bloccare il lenzuolo». Ma non è l’atteggiamento accondiscendente dell’Università a stupire questi ragazzi quanto «il disinteresse dei colleghi studenti di ingegneria e architettura» - afferma lo studente. Nonostante l’iniziativa rappresentasse totale distacco e censura verso idee e gesti «di quei professoroni del tutto e niente» - come definisce i teppisti che hanno imbrattato l’immobile lo stesso Pietro – che testimonia «il nostro desiderio di rispondere alla loro ignoranza violenta con metodi pacifici, semplici e apolitici, ma di impatto», la condivisione sembra aver trovato alcuni ostacoli. «Il nostro intento era non far passare inosservato quanto accaduto perché l’Università è un bene comune. È andata così, pazienza, in nostra coscienza sappiamo di aver comunque fatto sentire la nostra voce. E senza sporcare nulla», conclude ridendo.