Cesena, dopo i carri funebri alla lista delle persecuzioni si aggiungo le false accuse di violenza domestica
Alle già innumerevoli privazioni alle quali l’hanno costretto, dalla notte scorsa si è aggiunta quella del sonno. Le due donne di Badia Prataglia che da settembre perseguitano l’ex autotrasportatore 57enne di Borello Paolo Zignani hanno cambiato strategia. Nel cuore della notte hanno iniziato a comporre «numeri di telefono a caso» – ha affermato Zignani - svegliando gli sfortunati destinatari millantando di trovarsi in una situazione di «violenza domestica» che vederebbe Zignani intento a picchiare la più anziana delle due spacciata, in queste telefonate, per sua moglie. Questo quanto emerso oggi pomeriggio nel corso della trasmissione “La Vita in Diretta” di Rai 1 che ha cominciato a seguire da vicino l’assurda vicenda.
Collegata dallo studio dell’avvocato di Zignani, Raffaele Pacifico, l’inviata del programma ha riportato quanto accaduto nel corso della giornata trascorsa nel paese toscano dove risiedono le due donne. La giornalista si è spinta fino alla loro abitazione per raccogliere qualche dichiarazione. Un’accoglienza tutt’altro che cordiale quella di madre e figlia. «Come mi sono avvicinata al cancellino – ha detto la corrispondente – la madre ha cominciato a insultarmi e urlare, minacciando di chiamare i carabinieri per farmi portare via». I gesti violenti sono continuati: «Ha preso in mano un pentola di acqua bollente e me l’ha scagliata addosso». Per fortuna il contenuto molto caldo ha colpito solo di striscio l’inviata che, nonostante lo spavento, ha perseverato nell’attività di testimonianza. «Si sono poi barricate in casa – ha proseguito – continuando a insultarci tutti. Finché non è uscita una seconda volta per rovesciare altra acqua bollente». Alle domande della giornalista sempre la stessa risposta: «Noi abbiamo la coscienza pulita!».
I comportamenti tenuti dalle donne sembrano la prassi nel comune aretino, dove si moltiplicano i racconti di compaesani che avrebbero subito il medesimo trattamento di Zignani. L’anziana Livia che sarebbe stata costretta a lasciare casa; Roberto che ha subito molestie per ben 15 anni; il conducente dello scuolabus che ha raccontato come abbiano reso difficile il suo lavoro: «La mattina escono e iniziano a tirare sassi e arance sui finestrini del pullmino. I bimbi si agitano per la paura e io devo proteggerli». Mentre la trasmissione andava in diretta su Rai 1, in contemporanea era in corso, al Municipio di Badia Prataglia, un vertice fra sindaco, servizi sociali, Asl e forze dell’ordine per discutere eventuali provvedimenti da attuare per contenere le due donne.
Nel frattempo, Pacifico, il legale di Zignani, ha depositato specifiche memorie alla Procura di Forlì «per chiedere la valutazione della misura della sicurezza provvisoria», ha spiegato l’avvocato. Sempre secondo il legale, «nel momento in cui Paolo apre la porta allo sconosciuto di turno, trattandosi di una fattispecie di stalking atipica, nella quale la molestia materiale è perpetrata da terzi soggetti ignari – ha spiegato - si configurerebbero gli estremi per l’arresto in flagranza delle due donne».