Cesena, l’incontro con la stampa di Regattieri nell’ultimo anno da vescovo: «Accorpamento? Non credo succederà»
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Il 5 ottobre di quest’anno il vescovo Douglas Regattieri compirà 75 anni e come vuole il diritto canonico presenterà le sue dimissioni. Ieri in episcopio in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei comunicatori, Regattieri c’è stato il tradizionale incontro con la stampa, probabilmente l’ultimo del suo mandato.
Quanto veloce sarà il suo pensionamento dal momento delle dimissioni in poi dipenderà, infatti da papa Francesco. «Per prima cosa dovrà accogliere le dimissioni e poi può capitare che chieda di continuare fino alla nomina di un successore». A Rimini fu questione di poco, «segno che il nome c’era già», a volte l’attesa può allungarsi a qualche mese. Lo scenario che Regattieri tende ad escludere, anche se non impossibile in senso assoluto,è quello della fusione tra la diocesi di Cesena-Sarsina e quella Forlì-Bertinoro. «È una soluzione a cui di solito si ricorre con le diocesi più piccole, sotto i 50mila abitanti, qui invece parliamo di due diocesi di medie dimensioni». «Anche se - aggiunge - esiste una eccezione, per me particolarmente dolorosa tra l’altro, che è quella dell’accorpamento della mia diocesi di origine, Carpi, a Modena». Esiste un terzo scenario teoricamente possibile ed è quello della proroga: «Di solito è di due anni, ma di solito succede nelle grandi diocesi metropolitane e questo mi lascia pensare che sia questo il criterio con cui viene richiesta», se così fosse non si applicherebbe al caso di Cesena-Sarsina.
L’annuale incontro con la stampa anche quest’anno è partito dalla riflessione sul ruolo dei comunicatori, Regattieri lo ha fatto prendendo spunto dalle parole pronunciate da papa Francesco il 26 agosto durante la consegna di un premio giornalistico. Ma è stata anche l’occasione per fare il punto sugli impegni futuri della diocesi, con un orizzonte di azione che va ben oltre il 5 ottobre. Quello che comincia, ha detto Regattieri, «sarà un anno pastorale intenso, il primo di un triennio dedicato alla riscoperta della bellezza della vita cristiana». Sarà un anno dedicato alla fede, il prossimo alla speranza, quello successivo alla carità. «Il tema del prossimo anno si abbina a quello del Giubileo: pellegrini di speranza. Sono anni duri tra Covid, guerre, catastrofi serve ritrovare e celebrare la speranza».
Tra gli impegni cita la volontà di continuare il cammino sinodale delle chiese, e per quest’anno quello a portare a compimento l’anno chiaramontiano, che culminerà il 20 aprile con il pellegrinaggio alla tomba di papa Chiaramonti e l’udienza dal papa.
A gennaio, ha raccontato ancora Regattieri, si concluderà la sua seconda visita pastorale. La prima era durata sei anni, questa seconda 5 e più che sulle singole parrocchie si è concentrata sulle unità pastorali, «per unire le persone ed essere da stimolo in questo senso».
«Una bella esperienza» conferma che ammette invece di soffrire nel vedere «il seminario vuoto. Abbiamo sempre avuto dei giovani, ora invece c’è una desertificazione».
Quella che si appresta a lasciare (solo come vescovo, visto che anche da “pensionato” rimarrà a Cesena: «mi dedicherò alla preghiera e alle confessioni», ha detto) è una comunità diocesana capace di confrontarsi, di discutere. Lo ha saputo fare ogni volta che papa Francesco ha messo i fedeli nella posizione scomoda di chi è chiamato a confrontarsi su temi come l’ecologia integrale, le migrazioni e l’accoglienza e da ultimo la benedizione delle coppie omosessuali. «Lo ha raccontato anche da Fazio, spesso si è sentito solo. Ogni scelta porta con sé anche del dissenso. Per quelle scelte qualcuno si è anche allontanato dalla vita della chiesa. Anche da noi qualche mugugno c’è ma è molto più grande la stima e il consenso attorno a papa Francesco».