Fratino, la denuncia: “Stagione disastrosa nella riviera romagnola”

Cervia
  • 15 luglio 2024

Si chiude mestamente la stagione riproduttiva della specie a rischio estinzione “fratino” nella riviera emiliano-romagnola. Lo denuncia in una nota la Rete di Associazioni “Salviamo il fratino della costa ravennate e cervese”.

I volontari della rete di associazioni “Salviamo il fratino della costa ravennate e cervese”, che si occupano gratuitamente dal 2020 di monitorare spiagge, presidiare nidi, fornire indicazioni ai cittadini e collaborare con istituzioni e gestori affinché le nidificazioni possano procedere senza intralci sia per la specie protetta sia per gli operatori balneari, comunicano che “per la stagione 2024 nessun pulcino si è involato ed un solo nido è stato rinvenuto, a fine marzo, a Marina di Ravenna tra i bagni Paradiso e Coco Loco, che ringraziamo per la pronta collaborazione, così come ringraziamo tutti coloro che anche quest’anno si sono resi disponibili per la causa. A quanto pare, la situazione è stata disastrosa per tutta la Riviera, con un solo nido, non arrivato alla schiusa presumibilmente per troppo disturbo antropico, a Lido di Spina e l’abbandono dei siti storici di nidificazione del ferrarese e del riminese. Nessun nido nemmeno a Cervia, dove era pronto un folto gruppo di volontari, con l’aiuto dei quali due pulcini si sono involati a Tagliata nel 2023, mentre tantissimi turisti entusiasti per mesi hanno continuato a chiedere informazioni. Molto grave la situazione nel sito storico della Riserva Naturale di foce Bevano, a nord (Lido di Dante) e a sud (Lido di Classe). Nessun nido deposto, alcune coppie hanno stazionato solo temporaneamente, e un solo nido di beccaccia di mare alla foce del Bevano nord, abbandonato. Hanno resistito una decina di nidi nella zona protetta del Bellocchio, tutelati direttamente dai Carabinieri Forestali Biodiversità di Punta Marina/Casalborsetti, sito che conta tutti gli anni indicativamente 10/15 nidi. Di altre zone fuori dalla provincia di Ravenna non ci sono pervenute informazioni.

Il bilancio appare molto preoccupante se raffrontato coi dati raccolti negli anni dai volontari per il litorale ravennate: nella stagione 2020 erano presenti almeno 12 nidi (7 al Bevano) e 8 pulcini involati (tutti al Bevano), 10 nidi nel 2021 (7 al Bevano) e 9 involati, 9 nidi nel 2022 (6 al Bevano) e 4 pulcini involati, 12 nidi nel 2023 (8 al Bevano) e 5 pulcini involati, per una presenza pressoché stabile di circa una decina di coppie nel tratto litoraneo da Marina Romea a Tagliata di Cervia. Ricordiamo che, ad una prima deposizione che dovesse andare male, il fratino può deporre nuovamente una o due volte”.

Le cause

“Quali le cause, difficile dirlo - continua la nota - per il nido perso a Marina di Ravenna, è molto probabile sia dipeso dagli sconvolgimenti operati dal cosiddetto “Parco Marittimo”, e da alcuni “spostamenti” su cui stiamo cercando di fare chiarezza. Per foce Bevano, certamente la situazione di drammatica erosione concausata anche dalle estrazioni presso la famigerata piattaforma ENI Angela Angelina ha drasticamente ridotto le spiagge disponibili. A questo si aggiungono i bagnanti che, incuranti dei divieti, scavalcano e passeggiano allegramente ovunque. Molto pochi, per la verità, a Lido di Dante, peggio a Lido di Classe. Aggiungiamo anche il probabile disturbo dato dal forte bracconaggio ittico alla foce del Bevano (dove è vietata la pesca), a cui si aggiunge la tratta abusiva dei granchi blu, che finiscono rivenduti su chissà quali tavole. I volontari fanno quel che possono, ma ritengono sia giunta l’ora, come già richiesto da anni, di predisporre un presidio fisso, almeno a sud. Non è tollerabile continuare ad assistere ad ingressioni a qualsiasi ora, di pochi che fanno pagare a tutti i loro comportamenti. Infine, alcune pulizie spiaggia anzitempo e non comunicate potrebbero aver aggravato il disturbo, come successo a Tagliata dove, nonostante la buona interlocuzione col Comune e le proposte della Rete, le zone rinaturalizzate della spiaggia libera sono state progressivamente ruspate via e la coppia nidificante lo scorso anno – identificata con anelli - se n’è andata. Certamente, poi, non giova lo scarsissimo interesse - per non dire fastidio - al tema avifauna e biodiversità di alcuni enti ed amministrazioni. Non tutti, per fortuna. Sullo sfondo, i cambiamenti climatici e chissà quali altri fenomeni che non siamo in grado di analizzare, visto che anche in altre parti d’Italia si sono registrati abbandoni di siti storici.

Il rischio, dunque, è quello di essere spettatori di un’epoca che, dopo millenni, giunge al triste epilogo, così come di veder perduta la possibilità – fondamentale - di fare informazione direttamente sul campo con esempi visibili e concreti, quando ormai, invece, ambiente, natura, biodiversità, sostenibilità e tutto il resto sono ridotti a meri slogan sconosciuti persino a chi li pronuncia ed utilizzati a mo’ di foglie di fico da politici ed amministratori per beceri fini, compreso quello di mantenere i cittadini nella più inconsapevole ignoranza. Speriamo si tratti di un’annata a sé stante e che i fratini abbiano trovato da soli la via che noi presuntuosi ed avidi umani non cogliamo”.

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