Cervia: niente smart working al nido, emergenza coperta con le ferie durante l’allerta meteo
Niente smart working per le insegnanti del nido comunale, e scatta la protesta. La querelle riguarda le giornate del 19 e 20 settembre, quando erano in vigore le ordinanze del sindaco di chiusura delle scuole per l’allerta meteo rossa. «Le colleghe erano in servizio in quella settimana - denuncia la responsabile Rsu Francesca Conficconi -, ma solo per la preparazione dei lavori, in vista dell’inizio della vera e propria attività didattica, poiché i bimbi dovevano iniziare le lezioni lunedì 23 settembre. Hanno chiesto se era possibile comunque andare al lavoro a porta chiuse, ma è stato risposto che l’edificio non era accessibile. Si poteva comunque prevedere di farle lavorare in smart, oppure in un altro luogo tipo il centro risorse». Ora alle insegnanti viene chiesto di coprire i 2 giorni con ferie o recuperi. «Non ci sembra affatto giusto - è però la loro posizione -, visto che gli uffici comunali erano comunque aperti e gli altri dipendenti hanno lavorato con la possibilità appunto dello smart working. Anche i colleghi della biblioteca hanno comunque svolto il loro servizio all’interno della stessa pur essendo chiusa. Chiediamo che si possa provvedere in qualche modo, magari con una riduzione oraria, o una non docenza, oppure recuperando le ore in smart. In ogni caso occorre prevedere un protocollo di comportamento/procedura da seguire in questi casi di emergenza, al quale devono aderire tutti». «Sono stati riscontrati anche dei difetti di comunicazione - conclude Conficconi -, in merito alla diffusione ai dipendenti dei provvedimenti presi in quei giorni, relativamente allo smart working». Il cosiddetto lavoro agile aveva preso piede durante il covid, quando per molti era risultato già salutare svolgere la propria attività da casa. Ora, invece, non rientra più fra i “diritti” del lavoratore - come durante gli anni della pandemia -, ma rappresenta una “possibilità” di essere impiegati.