Cervia. Chiude lo storico negozio dell’orologiaio: «Ora c’è l’online, io ho fatto il mio tempo»

Cervia

Con la fine del 2024 chiude un negozio storico di Cervia, la orologeria e ottica Bolognesi. Il titolare Mauro Bolognesi (67 anni) getta la spugna dopo 35 anni di intenso lavoro. L’attività venne avviata nel 1930 dal nonno Fantuzzi, poi il padre l’aveva ereditata nel dopo guerra dandole un nuovo impulso durante il periodo della ricostruzione. Infine è arrivato Mauro, che negli anni Novanta ha imparato dal genitore ad aggiustare gli orologi assistendo però a una grande trasformazione nel campo del commercio. L’ultima sede del negozio, in via Cavour 5, è circondata da esercizi che hanno intrapreso la strada della ristorazione per sopravvivere, e così pure sta avvenendo nel Borgo marina.

Quando venne inaugurato il primo negozio, nel Borgo Saffi, le attività erano davvero poche ma soprattutto il commercio online non era ancora il padrone del mercato. Poi ci fu il trasferimento nella piazza Garibaldi (di fianco alla attuale Cassa di risparmio) e in corso Mazzini (di fronte alla farmacia Bedeschi), per approdare infine nell’immobile che ha segnato la fine di questa lunga avventura.

Entrare in quel negozio era come fare un viaggio a ritroso nel tempo, fra gli orologi che ancora conservavano il ticchettio di un’epoca passata. Mauro lavorava nel laboratorio ricavato nel retro del locale, riparando pezzi di antiquariato che grazie a lui ritornavano a vita nuova.

Un lavoro fatto di passione che però deve arrendersi alle nuove tecnologie. L’era del digitale ha soppiantato la vecchia e cara sveglia, con la quale sembrava che anche i minuti avessero una voce. «Adesso alcune cose si riparano e molte altre si possono buttare – spiega –, perché tutto il lavoro si concentra su ciò che ha un senso salvare. Mi riferisco ovviamente agli articoli di un certo valore come gli orologi meccanici, che conservano il loro fascino, mentre quelli a pila sono asettici. Comunque da adesso in poi sarò un pensionato e farò solo le cose che mi piacciono».

«Una attività può essere redditizia se uno è in casa propria – aggiunge –, ma quando hai l’affitto da pagare anche se non è alto ci fai un ragionamento. In ogni caso sarebbe capitato fra quattro anni perché non si può rimanere attaccati al banco per tutta la vita. Il commercio online poi è dannoso per i negozi tradizionali, mentre qui intorno molte saracinesche sono abbassate. È difficile al giorno d’oggi che un esercizio vada avanti per 140 anni, deve esserci una condizione particolare. O hai le spalle coperte o hai un articolo esclusivo, perché tutti possono vendere tutto ma poi alla fine non funziona. Per concludere posso dire che avevo raggiunto il mio limite è ho fatto la scelta più logica: chiudere».

La notizia però lascia nello sconcerto gli amici, che in via Cavour trovavano il loro punto di riferimento in quel negozio con la porta sempre aperta. Mauro era pronto ad accogliere chi voleva fare quattro chiacchiere ma non lesinava servizi e favori per chi ne aveva bisogno.

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