A Cattolica sono arrivato 12 orfani ucraini ospitati nella parrocchia di Sant'Antonio. Dall'inizio della guerra, sono 20 i profughi accolti in città. La comunità cattolichina ieri mattina ha accolto 12 bambini, di età compresa tra 5 e 15 anni, accompagnati da una responsabile, provenienti da un orfanotrofio ucraino. Sono stati ospitati presso la chiesa di Sant’Antonio di Cattolica che ha a disposizione delle camere gestite dalla Fondazione “Aiutiamoli a vivere”, mentre per i pasti se ne sta occupando la Caritas di Cattolica. La sindaca Franca Foronchi ha fatto il punto sulla situazione dell'accoglienza dei profughi ucraini venerdì sera in consiglio comunale, aggiungendo altre informazioni anche ieri insieme all'assessore Nicola Romeo.
Il ruolo del don
«Il Comune è, fin dai primi giorni, in stretto contatto con la Prefettura di Rimini e con le forze dell’ordine locali per garantire ai profughi una corretta accoglienza - riferiscono i due amministratori - Don Vladimir, prete ucraino che vive a Cattolica, responsabile della Caritas ucraina in Italia, collabora con l’amministrazione comunale perché in contatto con la Caritas Ucraina e con le persone ucraine che vivono a Cattolica. Sono arrivate nei giorni scorsi 8 persone, fra mamme e bambini, alloggiate presso loro familiari che lavorano nella nostra città», ai quali si aggiungono i 12 orfani arrivati ieri. «Al momento non serve alcun tipo di aiuto, comunicheremo nei prossimi giorni cosa sarà necessario - continuano Foronchi e Romeo - Ringraziamo tutti coloro che hanno dimostrato vicinanza e attenzione, sono momenti difficili e di grande concitazione, dobbiamo cercare di gestirli nel modo migliore». La prima cittadina ha evidenziato che «la onlus che si occupa dell'accoglienza dei bimbi ucraini appena arrivati, è abituata a ricevere ragazzini ucraini provenienti da Chernobyl e lo fa già da anni. Hanno una certa attenzione e abitudine ad accogliere minori e ragazzi, e questo ci fa sperare che l'accoglienza anche in questa occasione possa risultare adeguata e appropriata». Aggiunge Foronchi: «Mi sono arrivate tante domande e richieste da parte dei cittadini che vorrebbero attivarsi con raccolta di vestiti, medicinali, cibo. Al momento è bene non mandare nulla se non tramite la Caritas, che effettuerà consegne più avanti».