Rimini, rubano per la quinta volta l’angioletto dalla tomba di un bimbo morto. Il padre: «Strazio senza fine»

Cattolica

Rubano gli angioletti dalla tomba di suo figlio. L’accorato appello di un papà: «Se hai coscienza, riportali dove li hai trovati». Balocchi, girandole o statuine a forma di angelo. Quasi un filo invisibile lanciato tra due mondi. Piccoli doni «dal forte valore simbolico» che i familiari portano sulla tomba dei bambini, forse nel tentativo «di restare ancorati alla terra nonostante siano stati colpiti da un dolore inaudito e contro natura». A ripercorrere l’ultimo episodio che aggiunge sofferenza «a uno strazio senza fine» è il 58enne Stefano residente a Santa Maria del Monte, frazione di Saludecio. «Per la quinta volta - esordisce con voce incrinata - hanno rubato un angioletto di ceramica dalla tomba di mio figlio Gabriele che è venuto a mancare in tenera età quando aveva appena quattro anni». Il secondo dei suoi tre figli si è spento nel 2007 dopo un lungo calvario che l’ha visto combattere contro la leucemia e ora è sepolto nel cimitero di Saludecio dove, in occasione del compleanno o dell’anniversario della scomparsa, molti abitanti recano in dono fiori o giochi, tra cui statuine di una nota azienda raffiguranti angeli. Pensieri trafugati da mani sconosciute che afferrano la scala per allungarsi sino al loculo di Gabriele. Non è la prima volta, dunque, che accadono episodi del genere: è sparito anche il modellino di un escavatore, l’ennesima coltellata al cuore per un’intera famiglia.

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