Calcio, l’aggressione di Cattolica: “Come ha fatto quella gente a entrare negli spogliatoi?”

Non sarà certo bastata una sola notte al tecnico del Del Duca, Luigi Candeloro, per smaltire gli attimi di paura provati durante l’assalto subito al termine della partita di Cattolica. Per le ferite riportate l’allenatore ravennate, poi recatosi al pronto soccorso, ha ricevuto una prognosi di sette giorni, ma lo choc durerà a lungo. «I danni sono più morali che fisici – racconta –. Ho un ematoma sulla gamba che passerà in 10-15 giorni, mentre le cinghiate prese nel corpo sono meno visibili. Nella mia mente ciò che è accaduto resterà indelebile per sempre, così come capiterà a tutti coloro che hanno assistito a un simile evento. Una cosa incredibile, perché stiamo parlando di una partita di Promozione. In tanti anni di carriera, anche a livelli più alti, non mi è mai capitato di vedere una cosa simile».

Candeloro, insieme ad alcuni dirigenti e al massaggiatore Giannetti, ha fatto scudo con il suo corpo all’ingresso dello spogliatoio per cercare di frenare le violente intenzioni di chi voleva andare in contatto con i calciatori, “rei” di avere esultato in maniera troppo esagerata a fine match. «È stato tutto molto veloce, è durato qualche minuto, ma allo stesso tempo è sembrato lunghissimo. La gara era finita da pochissimo, alcuni ragazzi erano già sotto la doccia, altri in slip ad attendere il proprio turno. Io, insieme ad altri due o tre, siamo riusciti ad attirare l’attenzione su di noi, prendendo calci, pugni e cinghiate. È per puro caso che non sia successo nulla di grave a nessuno di noi. Per fortuna abbiamo solo pensato a difenderci, a cercare di arginare la furia di questi personaggi. Non oso pensare se qualcuno dei nostri avesse reagito. Anche perché in quel momento nessuno ci stava difendendo o soccorrendo, né i dirigenti del Cattolica né le forze dell’ordine».
Ed è proprio la questione sicurezza su cui punta il dito l’allenatore del Del Duca. «Il problema di fondo è come sia possibile che questa gente sia riuscita a entrare negli spogliatoi con questa facilità. Senza scavalcare una recinzione o una rete. Senza che non ci fosse nessuno a fermarli prima. Appena terminata la partita erano già in mezzo al campo, dieci minuti dopo da noi. Le porte erano tutte aperte. E tutto questo nonostante queste persone, che dovrebbero essere ben note, si rendano protagoniste di brutti atti al termine di ogni match. Basta guardare i comunicati del comitato regionale, con sanzioni tutte le settimane. Ci sono chiaramente dei responsabilied è giusto che vengano puniti. Chi di dovere – termina Candeloro – dovrà prendere provvedimenti molto pesanti».