Il corvo imperiale ora è di casa alla vena del gesso

Una coppia era già stata notata aggirarsi sporadicamente, probabilmente in perlustrazione, ma nessun segno di riproduzione era emerso. Ora invece il Corvo Imperiale è diventato stanziale al Parco della vena del gesso romagnola. Una coppia che ha dato alla luce un pulcino sulle ripide pendici di Monte Mauro.
Questa specie di corvo è il più grande passeriforme d’Europa. La sua presenza va ad arricchire il patrimonio faunistico dell’area protetta. Lo ha comunicato l’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Romagna in seguito ai consueti monitoraggi degli uccelli rupicoli che hanno confermato e documentato l’evento, quale prima nidificazione al Parco.
«Nascosto in una piccola cengia rocciosa – spiegano Mattia Bacci e Carlo Maria Giorgi – è stato avvistato un giovane esemplare ormai prossimo all’involo, posato appena fuori dal nido».
Il periodo di nidificazione di questa specie, diffusa dai rilievi alpini fino alle coste rocciose del Mediterraneo, con densità variabile secondo la disponibilità di habitat, è precoce: «I corteggiamenti e la costruzione del nido avvengono prima della fine dell’inverno – spiegano gli esperti - mentre la cova solitamente inizia a marzo e i giovani prendono il volo tra aprile e maggio. Una volta divenuti autonomi, i giovani tendono a disperdersi alla ricerca di un nuovo territorio».
Questo atteggiamento li porta ad estendere la loro presenza verso territori nuovi, qualora trovino cibo e ambienti adeguati.
Il Corvo Imperiale si riconosce dal suo colore totalmente nero e dalle dimensioni: è infatti il più grande rappresentante della sua famiglia. Originario dell’Eurasia è uno dei pochi animali presente anche in America senza esservi stato importato dall’uomo.
Rispetto a cornacchie, taccole e gazze, parenti stretti ma più piccoli, è molto diffidente. Una cautela che lo porta appunto a nidificare in luoghi selvaggi e impervi.
L’arrivo nel Parco dei Gessi va a coprire una mancanza nell’ecosistema precedente, appartenendo alla categoria degli uccelli saprofagi (spazzini) che si nutrono principalmente di carcasse di animali morti.
Si può dire che nell’emisfero boreale sostituisce la funzione degli avvoltoi, pur essendo la sua dieta assai varia e onnivora: inghiotte in pratica tutto ciò che gli capita e che riesce a spezzare con il suo forte becco.
Inconfondibile è il richiamo, un “cro-cro” profondo e gutturale che emette anche in volo e si ode a parecchia distanza.
La sua lunghezza può raggiungere i 64 centimetri con un’apertura alare fino a 135 centimetri e un peso variabile dai 900 ai 1.380 grammi. Una volta all’anno depone fino a 7 uova, che cova per 20 giorni. Può vivere fino a 16 anni. F.D.