Brisighella, tornano le feste medievali dal 31 maggio al 2 giugno

Dal 31 maggio al 2 giugno 2025 l’Associazione Feste Medievali di Brisighella - in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, la Pro Loco di Brisighella e l’associazione “Contea Brasichellae et Vallis Hamoniae” - organizza il “Seicentenario della Battaglia di Pieve Tho dell’anno domini 1425/2025”: tre giorni e due notti di rievocazione storica e spettacolo nella Rocca e nell’Avamposto tra i Fortilizi di Brisighella.
Dopo il successo dello scorso anno, con più di tremila presenze in due giorni, l’edizione 2025 delle Feste Medievali celebrerà i seicento anni della Battaglia di Pieve Tho proponendo una selezione tra le migliori compagnie di rievocazione storica, nonché una selezione tra i migliori spettacoli di settore, per far rivivere al pubblico rivivere l’atmosfera storica tipica della Brisighella medievale.
Il programma
Il ricco e variegato programma prevede una totalità di centoventi persone addette agli spettacoli: otto compagnie di rievocazione storica provenienti da Brisighella, Milano, Ferrara, Firenze, Rimini, Terni e Verona; dieci didattiche medievali riguardanti balestre manesche, armi da fuoco, armi bianche, armature, oreficeria, pittura, cerusico, giochi, sartoria e cucina; diciotto mercanti medievali provenienti da tutta Italia; quattro saltimbanchi e giullari/maghi/personaggi storici di folclore: Fabius lo Giullare (Ravenna), Clerici Vaganti (Bagnacavallo), Potta in Chianti (Pisa), Donna Corvo (Brescia); tre chiaroveggenti/lettori di tarocchi medievali; due gruppi musicali: Tamburi Medioevali di Brisighella e Giullari di Spade Musici (Pescara); teatro con la Compagnia della Forca (Faenza); ballo storico medievale con Les Dauseoses de Sherazade (Città di Castello); una compagnia di falconieri medievali (Senigallia); un professore di storia medievale (Imola).
Il tutto condito con l’ottima cucina medievale dell’osteria, dove si potranno gustare pietanze di altri tempi.
La Battaglia di Pieve Tho
Il 1° febbraio 1425, nei pressi della Pieve in Ottavo, si combatté un’aspra battaglia tra i Fiorentini e i Manfredi di Faenza, alleati del Duca di Milano Filippo Maria Visconti, il cui desiderio di espansione in Romagna si scontrava con la politica di Firenze, che mal tollerava una vicinanza tanto pericolosa. Per frenare il progetto di conquista del Duca, i Fiorentini decisero di colpire Faenza e, assoldando due celebri condottieri - il Capitano generale Nicolò Piccinino ed il Conte Oddo, figlio di Braccio da Montone - armarono un esercito da inviare contro la città Manfreda attraverso la Valle del Lamone.
Reggeva in quel momento Faenza l’appena diciottenne Guido Antonio Manfredi che, consapevole del pericolo incombente, aveva disposto dei presidi nei punti strategici e preparato i Valligiani al Combattimento: gente “fortissima e armigera”, come descrive Machiavelli, che anche se male armata ed inferiore di numero, quando si giunse allo scontro ebbe la meglio.
Tutte le campane della Valle suonarono a festa e tutte le luminarie della Valle si accesero per tutta la notte per festeggiare la vittoria e lo scampato pericolo.