Sant’Agata Feltria. La Casa Selvatica cerca una nuova sede e volontari per il trasloco dei cani del rifugio
«Si cercano persone per smontare recinzioni, pali, oltre che cucce e casette dei cani del rifugio, causa imminente trasferimento». L’appello viene da Dacia Manto e Elisa Caccioni, le referenti della Casa selvatica di Sant’Agata Feltria. La casa e i terreni, che avevano in affitto, sono finiti in vendita e i cani non possono restare neanche un giorno di più.
Un passo indietro
A danneggiare il rifugio sono state le intense precipitazioni dell’ottobre scorso. Ma non è l’unica criticità da affrontare. «Dove c’era l’erba, ora c’è un cantiere - chiariscono dalla Casa selvatica -. Per noi e i nostri cani, si ripete l’incubo - metanodotto: quasi due anni vissuti in mezzo a un cantiere, con una strada piena di macerie e detriti, percorsa senza tregua dai camion e delle ruspe, a dividere il rifugio in due».
Ennesimo Sos
Un mese fa qui vivevano ancora 70 cani poi il disastro. A seguito dell’ultima calamità e dei lavori per il metanodotto, le referenti hanno fatto adottare e spostato circa 40 animali nelle altre due strutture, l’una a Pennabilli, l’altra a Bobbio, in Piemonte. «I cani - spiega ancora Dacia - sono spaventati e stressati, i recinti vengono divelti e modificati e di conseguenza non c’è più sicurezza per loro. L’Emilia-Romagna è stata di nuovo colpita dalle alluvioni e moltissimi rifugi che ospitano animali». A scendere in campo, alla fine di ottobre, era stata la Lav (Lega anti vivisezione) che si era recata sul posto con la sua Unità di emergenza, diretti verso una struttura allora sommersa da acqua e fango dove 55 cani dovevano essere portati al sicuro al più presto.
Al momento una ventina di quattrozampe hanno trovato una nuova famiglia «mentre trenta aspettano l’occasione della vita. «Siamo ancora alla ricerca di una terza sede nel riminese - sottolinea Dacia - il luogo dove abbiamo portato a termine molte adozioni. L’importante è che non sia un luogo a rischio idrogeologico come il precedente».
Chiunque volesse aiutare, adottando o ospitando per un certo periodo un cane, oppure offrendo aiuto pratico, in forma volontaria o retribuita, (come manodopera e aiuto per trasportare i cani) oppure donando materiali (reti, pali, assi di legno) oltre che attrezzature idonee puó contattare i numeri 351 5478144 oppure 331 9445048. Chi volesse sostenere in altro modo può partecipare alla cena di Natale, organizzata per il prossimo 7 dicembre alle 20, nella cornice del Palazzo Romagnoli a Cesena.