Bellaria, il vincitore di Masterchef 2021: “Nei ristoranti orari disumani e sfruttamento, il personale spesso subisce ingiustizie”

«Senza Masterchef non sarei qui». Non rinnega il programma che gli ha regalato la fama, il 37enne Francesco Aquila, pugliese per origine ma bellariese di adozione, nonché vincitore della decima edizione di Masterchef girata in piena pandemia nel 2021. Reduce dal successo di Eurochocolate in Umbria dove, a metà ottobre, ha conquistato il pubblico con un risotto a base di burro di cacao, fave di cacao, broccoli e polvere di lamponi, rispolvera volentieri il suo debutto alzando il velo sui progetti futuro.

Aquila, cosa c’è sotto la cloche?

«Due sorprese. Sto lavorando al secondo libro, dopo “My way, zio Bricco, che ricette!” e preparando la nuova trasmissione che andrà in onda su Food Network, dove ho condotto di recente “Il volo dell’aquila”. Stessa data di inizio per entrambe le avventure, con uscita prevista nella prossima primavera. Quanto al secondo volume, che prosegue idealmente il mio percorso creativo, spazierà dalla cucina romagnola a ricette internazionali, frutto dei miei viaggi in Oriente, dalla Thailandia alla Turchia, dove a breve mi recherò come ambasciatore del gusto. Non anticipo altro per mantenere il dovuto riserbo».

Sui social è apparso di recente un suo post in polemica con chi sfrutta i dipendenti infischiandosene dei loro diritti.

«Confermo la riflessione che ho espresso e che peraltro corrisponde alla realtà. Non posso voltare la testa dall’altra parte, in quanto docente di sala bar allo Ial di Riccione e professionista nel settore della ristorazione. Se non cambia qualcosa, andrà sempre peggio. Lo dimostra la penuria di personale, nonostante il tramonto del reddito di cittadinanza. Oltre agli orari disumani, impera il diktat “Io ti pago e faccio quel che voglio” con un lungo elenco di frasi choc: “Sì, lo so che hai la febbre, ma puoi venire lo stesso? Come faccio?” oppure “Senti, sono 1.800 euro al mese, compreso tutto: 13a, 14a e Trattamento di fine rapporto” o ancora “Ho capito che si sposa tuo fratello, mi spiace ma non puoi prendere un permesso di sabato sera”. Troppe ingiustizie, ecco perché non resterò male se certe attività finiranno col sedere per terra».

Immagini di avere la macchina del tempo. Parteciperebbe di nuovo a Masterchef?

«Sì ma senza cambiare le carte in tavola! A parte gli scherzi è stata un’esperienza molto costruttiva, anzi un’opportunità unica. Senza talento si sparisce in un battito, è vero, ma la trasmissione resta un bel trampolino di lancio. Un trampolino alto, beninteso, dove basta un niente per cadere rovinosamente ma resta un margine per diventare bravo a planare e - perché no? - a salire ancora di livello. Masterchef è un genitore che ti insegna a camminare e poi ti spinge a cavartela da solo. Dopo i primi passi, i riflettori si spengono e il telefono smette di squillare. Il resto dipende da te ma ognuno raccoglie ciò che ha seminato».

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