Il San Bartolo visto dal mare, l’orizzonte al contrario fra Cattolica e Pesaro GALLERY

CATTOLICA. Tra Cattolica e Pesaro il Parco Naturale Monte San Bartolo è un piccolo paradiso di natura e storia, un promontorio che si tuffa con i suoi borghi a picco sull’Adriatico. Gabicce Monte, Fiorenzuola di Focara e Casteldimezzo offrono un panorama verso un orizzonte che anticipa i monti e la costa croata, in una cornice di alberi e cespugli che si aggrappano alla falesia.

Proviamo ora a invertire lo sguardo. Il mare diventa punto di osservazione e i borghi, le cime collinari, le chiese, le falesie, i vigneti il panorama. E’ quel che succede a quanti arrivano dal mare. Per i diportisti romagnoli e delle Marche settentrionali, la costa del parco è la navigazione giornaliera più piacevole. Da Rimini si impiegano mediamente circa due ore in barca a vela e la metà con gli yacht a motore. Tutto dipende ovviamente da condizioni meteo, lunghezza dello scafo e potenza del motore. Più facile per chi parte da Riccione, Portoverde o Cattolica, ma il promontorio è comunque una rotta giornaliera o da weekend battuta anche da barche di Bellaria, Cesenatico, Cervia e Ravenna. Per chi viene dalla Romagna il giro delle brezze estive regala di solito venti favorevoli all’andata e al ritorno.

Nei mesi successivi al 4 agosto 2017 il panorama che si offriva a chi guardava dal mare era una lunga sequenza di pareti grigie a tinte più o meno forti intermezzate qua e là da un po’ di verde e di marrone... Gli effetti del disastroso incendio sono ancora ben impressi nella memoria di chi vive su questi colli. La natura comunque ha fatto la sua parte e il verde poco alla volta è tornato a essere il colore dominante. Prima con qualche ciuffetto d’erba, poi con arbusti e alberi con rami sempre più vigorosi.

Sette miglia di natura

Dal porto di Cattolica scendendo verso sud si incontra il porticciolo di Vallugola. Lungo le sette miglia nautiche fra Cattolica e Pesaro è l’unico approdo organizzato ma non è consigliato a chi ha un pescaggio superiore a un metro e 80 centimetri. Qui, oltre a servizio di ormeggio, bar, ristoranti, e negozi, anche una spiaggia attrezzata.

Proseguendo verso sud si incontra il Circolino, locale una volta aperto al pubblico, ora raggiungibile solo via mare dopo che le frane hanno messo fuori uso la ripida stradina carrozzabile che scende da Casteldimezzo. Gli amanti della fonda possono gettare l’ancora. Stessa cosa, proseguendo verso Pesaro, davanti alla bella e lunga spiaggia di Fiorenzuola di Focara. Qui le barche non possono però sostare all’interno delle scogliere che nel corso degli anni hanno creato una piscina naturale lunga un chilometro e 300 metri, ricca di pesci e dove a volte si avvicinano anche i delfini. Barche a vela, motoscafi e gommoni si posizionano a ridosso dell’inizio e della fine della barriera artificiale. Chi vuole sbarcare, a nuoto o con un sup (l’uso del tender a motore non è consentito), quest’anno non si aspetti grandi servizi. Niente doccia e food truck, come è successo anche solo due anni fa. Meno comodità, ma il luogo appare più affascinante e regala tanta pace (nei giorni feriali). A breve dovrebbe essere ripristinata la fontanella. Un sollievo in più anche per chi viene da terra con mezzi propri o con la navetta gratuita che ogni giorno copre il percorso Pesaro-Gabicce Mare e ritorno con sei corse fino al 21 settembre.

Dalla vela alla canoa

Per bordeggiare sotto il verde promontorio, fermarsi per un tuffo e un bagno refrigerante, uno spuntino, un pranzo, una cena, un aperitivo con vista sulla falesia e magari aspettando sera per vedere le stelle cadenti (ormai siamo vicini alla notte di San Lorenzo) non è necessario essere dei lupi di mare o avere un mega yacht... Imbarcazioni e natanti, barche a vela o a motore, si possono noleggiare con o senza skipper in quasi tutta la riviera romagnola. Ma la bellezza della navigazione sotto costa può essere fatta, con le dovute cautele e le giuste misure, anche con piccoli mezzi nautici come gommoni, derive, canoe, kayak, sup... Il panorama che regala il San Bartolo è lo stesso. E ne vale la pena.

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