Dopo la Notte Rosa parte da Rimini il viaggio intorno al mondo di una famiglia norvegese in catamarano GALLERY

RIMINI. Una famiglia norvegese in giro per il mondo con un catamarano. Mamma, papà e tre figli pronti a salpare dal Marina di Rimini con l’imbarcazione acquistata poche settimane fa. I protagonisti di questa storia sono Anicke ed Espen Brandt-Kjelsen, 47 e 46 anni, e i loro ragazzi Christoffer, Fredrik ed Emilie, di 20, 17 e 14. Sabato prenderanno il largo a bordo di Yggdrasil (il nome evoca l’albero del mondo della mitologia nordica che è fonte della vita, del sapere e del destino) per dirigersi spinti dal vento verso Croazia, Sardegna, Baleari, Canarie, Caraibi, Galapagos, Polinesia... Un anno di navigazioni e un anno di raccolta di dati scientifici per aiutare la ricerca sugli eco sistemi, anche perché Anicke è una studiosa che negli ultimi anni è stata preside della Facoltà di Bioscienze all’Università di Scienze della vita di Ås e Espen è un ingegnere informatico che ha lavorato per Microsoft. Per questa avventura hanno dovuto lasciare i loro lavori e hanno anche messo in affitto la casa nei pressi di Oslo. Per il momento hanno ipotizzato di viaggiare per un anno. Poi si vedrà.

Ma quando è venuta l’idea di partire per questo lungo viaggio? «La prima volta che ne abbiamo parlato», spiega Espen, «è stato prima che nascesse il nostro primo figlio, più di 20 anni fa. Ma è diventata realtà l’anno scorso». «Sono andata in Madagascar come volontaria presso il Madagascar Research and Conservation Institute (MRCI) nel marzo 2023”, racconta Anicke, “l’istituto intraprende ricerca e conservazione ambientale sia in ambiente marino che terrestre. Dopo una delle immersioni ho avvistato una barca a vela solitaria in una piccola baia e all’improvviso ho visto il sogno diventare realtà. Così ho chiamato Espen e ho chiesto: è questo il momento per noi di navigare per il mondo? E la sua risposta immediata è stata SI!».

La scelta della barca

Per prima cosa i due hanno fatto la scelta del catamarano. «In un viaggio così lungo», spiegano, «è importante avere il proprio spazio personale dove poter stare da soli. Provenendo da un ambiente monoscafo, volevamo una barca con buone caratteristiche di navigazione. Abbiamo trovato in un Nautitech 40 un buon compromesso tra comfort, facilità d’uso e prestazioni. Non è una barca velocissima ma questo non è importante, vogliamo sia in grado di navigare anche con venti leggeri per usare meno il motore e divertirci durante la navigazione».

Fino a dove volete arrivare? «Vogliamo viaggiare il più lontano possibile prima di rimanere senza soldi o di decidere di fare qualcos’altro. Non è importante circumnavigare il globo, ma godersi il viaggio ed essere in grado di restituire qualcosa alla società. Un uomo saggio una volta disse: “I programmi di viaggio dovrebbero essere scritti solo sulla sabbia, con la bassa marea”. Abbiamo un piano, ma siamo pronti a cambiarlo man mano che procediamo. Certo, però, alcune cose dobbiamo tenerle in considerazione, come la stagione degli uragani».

La rotta

Ecco allora i primi punti nave abbozzati sulla carta nautica. «Partendo da Rimini, vogliamo dirigerci a nord verso Venezia, poi a sud lungo la costa croata, visitando quante più isole possiamo e godendoci la cultura, il cibo e i siti storici. Dalla Croazia alle isole Ionie e poi in Sardegna, Corsica, Ibiza, prima di fare scorta di cibo a Gibilterra. Alle Canarie ci prepareremo per partecipare alla regata ARC+ per traversare l’Atlantico. Il primo approdo nei Caraibi sarà Grenada, da lì ci dirigeremo verso nord coprendo quante più isole possibili tra cui le Isole Vergini Britanniche e Cuba. Per entrare nel Pacifico abbiamo deciso di prendere la strada più sicura attraverso il canale di Panama piuttosto che doppiare Capo Horn. Dopo Panama rotta verso le Isole Galapagos e poi la traversata più lunga del nostro viaggio, attraverso l’Oceano Pacifico fino alla Polinesia francese. Da lì in poi abbiamo diverse opzioni e non abbiamo ancora deciso il percorso».

Il lavoro

Se ad Anicke è stato accordato l’anno sabbatico, lo stesso non è successo per Espen. «Così ho scelto di lasciare il mio lavoro”, spiega. “Questo viaggio è più importante per me e la mia famiglia. Spero di riuscire a trovare un nuovo lavoro al mio ritorno».

Sportivi, amanti della vita e delle attività all’aria aperta Espen e Anicke non hanno però esperienze di grandi navigazioni. «Abbiamo viaggiato molto come famiglia, dieci anni per esempio fa abbiamo vissuto per un anno e mezzo ad Hamilton, in Nuova Zelanda... Abbiamo navigato più volte durante le nostre vacanze, ma mai nulla di lontanamente simile a questo. Per avere le competenze necessarie abbiamo frequentato diversi corsi di navigazione e di salvataggio in mare e primo soccorso».

Le motivazioni

Cosa vi ha spinto a intraprendere un progetto come questo: voglia di avventura, contatto con la natura, lasciare la routine quotidiana?

«Sì, tutto questo», ammette Espen, «la nostra vita quotidiana in Norvegia era frenetica e un po’ stressante. Lavoravamo entrambi molto e Anicke si ritrovava spesso anche a casa a dover pensare al lavoro»... «Voglio davvero rallentare», aggiunge lei, “avere tempo per riflettere su ogni sorta di cose, leggere libri, articoli ed esplorare la natura e le culture. Mi interessano i sistemi alimentari, e in particolare i sistemi alimentari sostenibili. La differenza tra norvegesi e italiani è enorme, quindi per molti versi il nostro viaggio è già iniziato qui a Rimini. Io ed Emilie siamo andati al mercato e abbiamo scoperto la ricchezza dei prodotti locali. Gli italiani sono molto orgogliosi del loro cibo locale, abbracciando la filosofia del “Chilometro zero”. Una scelta sostenibile, è un atteggiamento molto diverso da quello proposto per il futuro della produzione e del consumo alimentare in Norvegia, dove si prevede che avremo molto più cibo preprodotto, e che probabilmente sarà ultra-processato. Vorrei scrivere di tutto ciò mentre viaggiamo verso destinazioni diverse, con una combinazione di articoli scientifici e conoscenze/storie locali. Le persone qui a Rimini sono così amichevoli, ci hanno accolti a braccia aperte e ci sentiamo viziati dalla loro generosità. Siamo stati invitati alla festa per i 40 anni dell’agenzia Albatros (dove lavorano Claudio e Letizia che ci hanno aiutato tantissimo dopo l’acquisto a mettere a punto la barca per poter prendere il largo), alle cene, a gite in barca a vela, conoscendo tanti amici. Se questo è un assaggio di ciò che verrà, sarà anche meglio di quel che immaginavamo».

Ricerca e aspiranti collaboratori

Anicke ed Espen, che fra le altre cose sono anche sub come Emilia e Christoffer, hanno aderito a Coral Watch, l’organizzazione che si occupa di salvaguardia dell’ambiente marino attraverso progetti di citizen science. «Campioneremo le microfibre nell’acqua e nei materiali biologici», spiega Anicke. «Ci immergeremo ed esploreremo la vita sott’acqua. Stiamo cercando collaboratori».

Vivere con poco

Ma sarà una bella sfida anche far quadrare i conti. «Crediamo però sia anche una bella esperienza vivere con meno, non avremo molti soldi e avremo budget rigidi ogni mese. Dobbiamo lavare i piatti e il bucato a mano, acquistare cibo e prodotti locali e solo le cose di cui abbiamo veramente bisogno. Speriamo di poter pescare qualcosa. Per noi questo è un grande cambiamento perché siamo una famiglia norvegese privilegiata e un’esperienza sarà una cosa buona per tutti noi».

Il viaggio sul blog

Il loro viaggio si può seguire sul blog: https://www.svyggdrasil.com/ dove è possibile conoscere meglio i protagonisti di questo viaggio e con tanti contenuti video.

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