Verghereto, la sorgente del Tevere resta a bocca asciutta

Ci avrà messo lo zampino anche la particolare situazione di siccità che stiamo attraversando, ma è quanto mai preoccupante ed emblematica l’immagine della sorgente del Tevere che non zampilla. E così anche “il fiume sacro ai destini di Roma” sembra costretto ad arrendersi.

In realtà rivoli d’acqua e fossi e torrenti continuano comunque a riversarsi nel letto del fiume. Ma qualche visitatore del Monte Fumaiolo, desideroso di rinfrescarsi e di assaggiare l’acqua della sorgente, ha segnalato la cosa.

Dalla “bocca” principale della sorgente non fuoriesce praticamente nulla, ma qualche goccia filtra nel muretto circostante la vasca ai piedi del cippo con l’aquila di bronzo permettendo così di incanalare verso valle un sottile filo d’acqua. E se proprio si vuole bere l’acqua delle sorgenti occorre stendersi praticamente a terra, come ha fatto qualche turista che non ha voluto rinunciare all’ebbrezza dell’assaggio.

In verità, oltre al problema della siccità e della riduzione delle fonti e delle sorgenti, pare vi sia anche un problema di canalizzazione dei rivoli che danno origine alle “vene del Tevere”, le sorgenti del fiume che come noto vengono sempre ricordate al plurale perché il fiume nasceva dalla confluenza di due o tre ruscelli.

Non sarebbe la prima volta che l’acqua si disperde per altre vie ed altri rivoli e le canalizzazioni non riescono ad incanalarla in maniera consistente verso la “bocca” principale, in modo da garantire un getto potente e continuo. Probabilmente è il caso di dare un’occhiata. Almeno 25 anni fa furono effettuati lavori di sistemazione e valorizzazione dell’area delle sorgenti dall’allora Comunità Montana dell’Appennino Cesenate, quando il presidente era Lorenzo Spignoli, e molto più recentemente importanti lavori di sistemazione sono stati effettuati dal Comune di Verghereto. Ma questo problema sembra che ogni tanto si ripeta, con le acque della sorgente che vogliono andarsene per altre strade.