È tempo di transizione ecologica per il turismo, ma la consapevolezza strategica deve ancora maturare. Facciamo il punto con Agostino Scialfa, presidente della filiera cultura e turismo di Confindustria Emilia-Romagna e imprenditore pioniere in ambito di sostenibilità ambientale.
Quanto può fare la differenza un’offerta maggiormente declinata alla sostenibilità in termini di attrattività?
«Dagli ultimi sondaggi presentati al World tourism market di Londra emerge che il 70% degli intervistati preferisce opzioni di viaggio sostenibili e il 90% vuole porre più attenzione all’aspetto ambientale del proprio viaggio. Se questa coscienza diverrà sempre più preponderante, anche nel turismo non si potrà più prescindere dall’essere sostenibili».
La Romagna è una delle principali “industrie del turismo” in Italia, qual è lo stato dell’arte rispetto all’ospitalità sostenibile?
«Lo scenario è spaccato a metà: ci sono gli imprenditori del turismo che hanno già una coscienza evoluta rispetto al tema sostenibilità e stanno trasformando le loro organizzazioni in ottica di ospitalità green e poi ci sono quelli che non ritengono ancora che questo sia un vero problema. Le istituzioni si stanno muovendo, ma ci vuole determinazione da parte di tutti gli attori perché il non fare penalizza la competitività. Purtroppo la percentuale di strutture che si stanno convertendo alla sostenibilità è ancora molto bassa».
Quali gli investimenti maggiormente auspicabili?
«Gli investimenti più importanti riguardano tutto quello che concerne il miglioramento dell’impatto ambientale, a partire dall’energia, che dovrà essere approvvigionata sempre più da fonti rinnovabili. Saranno determinanti le comunità energetiche e le riduzioni dei consumi attraverso adeguamenti strutturali e tecnologici. Del tutto strategico poi investire nelle risorse umane: welfare aziendale, formazione e adeguamenti salariali sono fondamentali per la competitività, soprattutto in anni in cui il nostro lavoro è ormai considerato marginale o di ripiego. Dobbiamo ridargli valore».
Sinergie tra gli operatori professionali, enti pubblici e sistema finanziario. A che punto siamo?
«La sostenibilità si fa in filiera: se tutti chiederemo ai nostri fornitori soluzioni più sostenibili, loro si metteranno in moto a loro volta per approcciare la sostenibilità. La sinergia tra colleghi è fondamentale e in Romagna storicamente se ne è fatta abbastanza poca. È il momento di cambiare per creare una destinazione balneare veramente sostenibile. A livello istituzionale, oltre ai bandi degli ultimi anni inerenti alla riduzione delle emissioni specifiche per il settore turismo, la Regione ne sta studiando uno per il miglioramento degli edifici alberghieri. Tali bandi devono essere sviluppati con la collaborazione degli istituti finanziari e delle associazioni di categoria».
Cosa apprezza di più il turista più attento al tema ambientale?
«Posso dire con certezza che cosa il turista non apprezza. Le bugie. Il famigerato e tristemente famoso greenwashing è la peggior pubblicità che ci si possa fare. Il consiglio è fare sostenibilità non perché sia una moda».