Sos animali: in un anno ne sono stati salvati oltre 10mila
Incidenti stradali e impedimenti umani, come vetri e cavi elettrici. Sono questi a mettere a rischio la vita degli animali in Italia, nonostante la pandemia di Covid-19 abbia ridotto le attività antropiche. Nel 2020 i volontari dell’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali hanno soccorso 10.300 animali selvatici, di cui 1024 appartenenti a specie particolarmente protette e 2169 a specie di interesse comunitario (direttive comunitarie “Habitat e “Uccelli”). Di questi oltre il 14,2% sono rimasti vittime di incidenti stradali, l’11,6% hanno subito impatti traumatici a causa di impedimenti costruiti dall’uomo come vetrate o cavi elettrici, il 5,6% sono stati feriti da armi da fuoco, il 4,3% sono stati vittime di bracconaggio e oltre il 20% pulli o giovani esemplari in difficoltà. Per Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa, i dati «hanno tutti un comune denominatore: l’intervento deleterio dell’uomo. Dagli incidenti stradali che potrebbero calare drasticamente se venissero applicate tutte le moderne metodologie di dissuasione e soprattutto di prevenzione, al problema del bracconaggio per il quale sarebbe sicuramente importante implementare il controllo sul territorio attraverso la ricostituzione delle polizie provinciali e dei carabinieri forestali – aggiunge -Ora è il momento di passare all’azione». Gli allevamenti intensivi, l’uso di pesticidi in agricoltura, la cementificazione selvaggia e il consumo del suolo, hanno inciso proprio nell’ordinaria vita degli animali. Per Rocchi «servono sanzioni più dure per il bracconaggio oggi del tutto inadeguate – aggiunge - Dobbiamo iniziare a comprendere le gravissime responsabilità che abbiamo sul degrado del nostro pianeta senza addurre giustificazioni. Basta distruggere habitat importanti, come la foresta primaria, per far spazio a coltivazioni finalizzate agli allevamenti per il mercato della carne. Basta agli allevamenti, spesso intensivi, che invadono gli spazi dei selvatici, entrando in contatto con loro e dando vita a pandemie e nuove malattie, come il Covid-19 dovrebbe averci già insegnato. E ancora serve una grande campagna di comunicazione sui selvatici, per conoscerli, apprezzarli e tutelarli come vuole la legge nazionale, che deve essere rispettata».