Scuole primarie a Rimini: "Calo demografico, ma manterremo tutti i plessi"

Aumento nella richiesta del tempo pieno, imminente calo demografico per la formazione delle classi di prima elementare, distribuzione delle iscrizioni sul territorio comunale. Sono i principali temi che emergono da una ricerca svolta dagli uffici dei Servizi educativi del Comune di Rimini relativa alle iscrizioni nelle scuole del territorio. Sul fronte del tempo pieno, la richiesta progressiva di classi "accomuna tutto il territorio nazionale". Il servizio è attivato in base alla disponibilità di organico docente statale assegnato dal ministero dell'Istruzione e dall'Ufficio scolastico regionale agli istituti del territorio, nonché in presenza delle necessarie strutture e servizi. A Rimini, nonostante il recentissimo aumento nella copertura con nuove classi alla Gaiofana e alla Montessori, rimane il "gap storico" rispetto agli altri Comuni capoluogo della regione. Se nel 2017 le classi riminesi di scuola primaria a tempo pieno erano circa il 20% del totale, nel 2022 sono arrivate al 22,5%.
Le classi che permettono almeno un rientro alla settimana sono invece il 60% del totale. Per quanto concerne il calo demografico, l'impatto si percepirà "in maniera significativa già a partire dalle iscrizioni per l'anno scolastico 2024/2025". La scelta dell'amministrazione, spiega la vicesindaco Chiara Bellini, è comunque di "mantenere attivi tutti i plessi educativi presenti sul territorio" per non penalizzare nessuna famiglia.
Alla luce dei dati sulla denatalità italiana, sottolinea Bellini, "occorre che lo Stato investa risorse in un piano straordinario dedicato alla scuola", con particolare attenzione a quelle più interne o periferiche. Sul tempo pieno, prosegue, è "costante" il confronto con l'Ufficio scolastico regionale e provinciale. "Al momento, l'organico e la distribuzione del personale è bloccato dal governo, ma siamo al lavoro per poter potenziare questo servizio". La lettura analitica dei trend demografici, conclude la vicesindaco, "ci permetterà di anticipare le decisioni in base ai cambiamenti che, mai come nei prossimi cinque anni, saranno inediti e significativi", ferma restando "la salvaguardia del diritto allo studio per tutti".
