Savignano, le foto di Valentina Cenni al Sì Fest

“Futura. I domani della fotografia” è l’incipit del 30° Si fest di Savignano in corso dal 10 settembre. “Futura” è anche il titolo di una bella canzone di Lucio Dalla a cui si potrebbe aggiungere l’affermazione «sarà perché la amo» altrettanto femminile e positiva. Frase questa che ha a che fare con la fotografia ma anche con la vita.
L’ha detto Valentina Cenni (1982) eclettica artista riccionese a cui piace unire parole coese con spirito ludico. Valentina è attrice, danzatrice, conduttrice (con il marito Stefano Bollani ha presentato la fortunata “Via dei matti”), all’occasione cantante, ma è soprattutto fotografa nel profondo, e imminente film maker. Il direttore artistico Denis Curti le affida una delle 19 mostre del festival con cui esordisce al Monte di Pietà, in quella che è la sua prima mostra assoluta. “Sarà perché la amo” è una video installazione di un quarto d’ora che proietta più di una cinquantina di scatti selezionati dalla sua fotografica «montagna di memoria». L’artista è al festival domenica 12 settembre.
Valentina, la conosciamo come attrice, con il pianista Bollani l’apprezziamo in progetti musicali originali, ora la scopriamo fotografa, è inesauribile!
«A dire il vero la fotografia è stata il mio primo amore. Cominciai a 5 anni con le macchinette usa e getta acquistate da Saulo a Riccione. A 6 mio padre mi regalò la prima macchina fotografica. È dunque un grande amore scaturito così, naturalmente, come lo è il desiderio di abbracciare qualcuno che ami. Prima di entrare in Accademia d’arte drammatica a Roma avevo deciso di fare la fotografa e inviato curriculum a periodici di viaggi; il mio sogno in quel momento era di viaggiare il mondo fotografando. Poi sono entrata in Accademia e tutto è cambiato. Però ho continuato a fare foto e lunghissimi viaggi».Cosa le piace della fotografia?
«Mi interessa prendere una porzione di realtà e renderla sospesa, infinita, cercare la vita che sempre è dentro. Sono attratta dagli sguardi della gente, dall’animo umano. Ho un approccio emotivo alla fotografia perché nella vita sono alla ricerca della bellezza, del meraviglioso; lo vedo anche dove sembra non esserci. Ho desiderio di prenderla la vita, di mangiarla, di mettermela dentro attraverso immagini e sguardi. Coglierla con il filtro della macchina fotografica crea un rapporto speciale, intimo, invisibile, che non si può spiegare a parole, è uno spazio del cuore che tengo protetto».Il titolo della mostra “Sarà perché la amo”, si riferisce dunque alla vita?
«Sì, “Sarà perché la amo” è la vita. Il progetto è nato mostrando al direttore Curti immagini che per me raccontavano una storia. L’ho costruito accostando 2 o 3 foto, unendo scatti anche distanti, una foto di vent’anni fa in India con una di questa estate a Riccione, come haiku fotografici. È stato un gioco rimescolare la valanga di foto del mio passato e presente creando associazioni e storie. Divertente è stato accompagnare queste immagini con una traccia sonora scelta da un vastissimo archivio di suoni della Bbc».