Sarsina, Sgarbi difende il Capitolium e rilancia con un progetto Unesco
Se Sarsina per Giorgio Albertazzi è «una specie di fiore in un bosco», un gioiello che cresce in uno scrigno, per il professore e sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi è stata «un’emozione imprevista e ritrovata, dopo anni di lontananza», come ha lasciato scritto nel registro dei visitatori al Museo diocesano d’Arte Sacra. Ed il tempio romano ritrovato è il suo «tesoro».
L’arrivo di Sgarbi, uno dei primi a sostenere pubblicamente la necessità di valorizzare l’importante ritrovamento col suo completo recupero, mantenendone la possibilità di studio e di vista diretta e reale dei visitatori, ha animato ancora una volta (come tante in questi giorni) la piazza, tra riflessioni sul valore del ritrovamento e selfie con giovani fans al bar.
Ad accoglierlo erano il sindaco Enrico Cangini col vicesindaco Gianluca Suzzi e l’assessora Elsa Angela Cangini, con la soprintendente Federica Gonzato, il segretario generale nazionale di Italia Nostra Michele Campisi, carabinieri, tecnici e cittadini incuriositi.
All’atto pratico non sono emerse particolari novità dopo la visita del ministro alla cultura Gennaro Sangiuliano. Sul tavolo c’è l’idea di costituire una Fondazione, per la cui definizione si attende una convocazione al Ministero. E certamente una Fondazione con la partecipazione statale, con contributi inseriti ogni anno nel bilancio, potrebbe rappresentare una bella garanzia per Sarsina e la valorizzazione di questi ritrovamenti romani ma anche più complessivamente di tutto ciò che a Sarsina e dintorni rappresenta latinità e romanità, Plautus Festival compreso.
Sgarbi ha lanciato un’ulteriore idea: «Si potrebbero accomunare in un unico progetto di valorizzazione le città della lingua latina, come la Sirmione di Catullo, la Sulmona di Ovidio, la Mantova di Virgilio, la Sarsina di Plauto, la Arpino di Cicerone (Comune di cui è sindaco Vittorio Sgarbi, n.d.r.)». In pratica l’idea sarebbe quella di candidare “le città della lingua latina” al riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità, con un riconoscimento Unesco che ne valorizzi storia e caratteristiche.
Certo che ora a Sarsina c’è bisogno di capire rapidamente cosa fare anche col patrimonio “materiale”, e cioè i ritrovamenti archeologici. Ci sta lavorando la soprintendente Federica Gonzato che, forte della promessa degli ulteriori 600.000 euro da parte del ministero, comincia a ragionare sui prossimi passaggi di scavo e di lavoro, perché «va bene mettere a vista, ma allo stesso tempo occorre tutelare e conservare» e quindi, ad esempio, proteggere tutta la zona degli scavi e gli stessi ritrovamenti dalle possibili intemperie.