Serrrande ancora abbassate per Il Melograno, fissato per fine agosto il tavolo di salvaguardia occupazionale. E dall’opposizione Samorani punta l’indice su «segnali evidenti della crisi da circa un anno».
La salvaguardia del lavoro
È arrivata ieri la comunicazione dalla Regione Emilia Romagna per la convocazione del tavolo di salvaguardia occupazionale, inerente a Il Melograno, per la data del 31 agosto. A questo punto – commenta la segretaria della Flai Cgil Rimini, Anna Battaglia – le retribuzioni arretrate dei lavoratori diventano due, ovvero i mesi di giugno e luglio.
La storia
La ditta clementina ha mandato a casa senza spiegazioni i 72 dipendenti. Era il 27 giugno e a nulla è valsa la discesa in campo di Flai e Nidil, categorie Cgil dell’agroindustria e dei lavoratori in somministrazione. Il confronto con l’avvocato della ditta il 10 luglio scorso non ha fornito lumi neanche sulle prospettive per il personale in ferie forzate. Nessuna novità neanche dal tavolo di confronto del 31 luglio presieduto dalla sindaca e consigliera provinciale con delega al lavoro Alice Parma.
L’opposizione
Cresce l’indignazione del capogruppo di Un bene in comune Domenico Samorani: «L’azienda lascia a casa 72 dipendenti e i sindacati si scandalizzano giustamente, ma i segnali di una brutta fine per tutti i lavoratori (molti sono cittadini di Santarcangelo) erano noti a tutti da almeno un anno e sempre da circa un anno l’azienda ha cambiato ragione sociale. Perché? Molto male se sindacato e politica non hanno colto i segnali perché oggi non possono non condividerne la responsabilità sociale davanti ai licenziamenti iniqui dei lavoratori e davanti ai cittadini. Per due mesi i lavoratori non hanno ricevuto lo stipendio e sono stati licenziati, senza il minimo rispetto, né dignità, come se fossero solo un ingranaggio. In due mesi – prosegue – le autorità preposte alla tutela dei diritti del lavoratore, al salario minimo cos’hanno fatto? Tutti i crediti accumulati dai fornitori come si recuperano? Fornitori e lavoratori chiedono risposte vere, non esibizioni dell’ultima ora». Da qui la richiesta «di un tavolo tra protagonisti della vicenda e direttore della ditta perché si facciano carico di stipendi arretrati e garanzie come il trattamento di fine rapporto».