On Home Ground. Come a casa: le versioni pascoliane (Samuele Editore, 2023) è il libro del poeta premio Nobel 1995 Seamus Heaney – curato da Matteo Sonzogni – che sarà presentato questa sera alle 21 a San Mauro Pascoli, nel giardino della casa natale del poeta. Vi sono raccolte per la prima volta tutte le versioni pascoliane di Heaney e il suo intervento del 2012 al convegno dell’università di Bologna “Pascoli e l’immaginario degli italiani”. Ma qual è oggi il posto di Giovanni Pascoli nel mondo? Lo chiediamo alla presidente dell’Accademia Pascoliana Daniela Baroncini, professoressa di Letteratura italiana contemporanea dell’Università di Bologna.
Giovanni Pascoli spesso, e forse a causa di una non corretta o non esaustiva divulgazione scolastica, ci appare come un poeta “datato” o comunque non “alla moda”. Qual è invece la sua attualità nel panorama della poesia contemporanea?
«Pascoli è una stella di prima grandezza nel panorama della poesia contemporanea non solo italiana, ma europea, fondatore della modernità letteraria attraverso
la rivoluzione del linguaggio poetico e l’esplorazione di temi nuovi come l’infanzia, l’inconscio, l’ignoto, il sentimento del nulla e molti altri, in anticipo sul Novecento. Senza poi dimenticare la tematica sociale e umanitaria, oggi più che mai attuale. Da anni gli studiosi hanno sottratto Pascoli agli stereotipi scolastici del poeta funebre e agreste, rivelando la straordinaria complessità del suo pensiero e della sua opera, a partire dai Convegni di studi e dalle pubblicazioni promosse dall’Accademia Pascoliana, tra cui la Rivista Pascoliana». Pascoli è stato ed è un personaggio di caratura internazionale molto amato dai letterati, come dimostrano tra l’altro gli studi e le traduzioni del premio Nobel Seamus Heaney, che nel 2012 venne pure ospite a Casa Pascoli. Qual è la stata la fortuna del poeta nel mondo? E qual è oggi?
«Se la fortuna internazionale di Pascoli non è stata quantitativamente rilevante, occorre però sottolineare
la qualità delle traduzioni recenti in francese e in inglese a opera di studiosi e studiose come Jean-Charles Vegliante, Taije Silverman, Elena Borelli, che in tempi recenti hanno presentato i loro volumi a San Mauro Pascoli. In questa rosa di traduttori spicca il contributo d’eccellenza offerto dal premio Nobel Seamus Heaney, finissimo traduttore e interprete di Pascoli, che venne a Casa Pascoli e partecipò al Convegno internazionale organizzato dall’Accademia Pascoliana nel 2012 in occasione del centenario della morte del poeta. Il nuovo volume delle traduzioni pascoliane di Heaney costituisce un contributo prezioso alla fortuna di Pascoli e parteciperò con piacere alla presentazione organizzata da Sammaurondustria nel giardino di Casa Pascoli». Arthur Rimbaud, per fare un esempio, era un anno più giovane di Giovanni Pascoli. Eppure l’uno ci appare ancora oggi tremendamente attuale e l’altro un po’ sfocato attraverso la figura borghese e pudica che ci ha tramandato la sorella Mariù. Che cosa ha allontanato i giovani dall’amare il poeta di San Mauro, e che cosa invece potrebbe avvicinarli?
«In verità Pascoli è un poeta estremamente complesso e la sua modernità è tutt’altro che estroversa o esibita: al contrario, prevale la dimensione intima, antieroica, quotidiana, che si rivela oggi attualissima.
Il vero Pascoli è il poeta dell’inquietudine , capace di congiungere in modo originalissimo antico e moderno, reale e metafisico, quotidiano e sublime. L’essenza della sua poesia non può essere limitata all’aspetto mortuario, per non dire delle tante distorsioni interpretative ispirate a errate e spesso morbose interpretazioni della sua biografia. La modernità di Pascoli si manifesta oggi nell’esplorazione inquieta del reale, del cosmo e dell’io, ma anche nella sensibilità speciale per le zone d’ombra e la capacità di guardare l’universo con l’innocenza di un fanciullo».
Cosa si potrebbe fare, a livello editoriale, pubblicistico, museale o organizzativo, per togliere a Pascoli la polvere del tempo e restituirgli un po’ della dovuta attualità? Ad esempio: raccontarlo anche attraverso i suoi avventurosi anni giovanili e la sua viva passione politica?
«L’immagine di Pascoli è stata rinnovata negli ultimi anni dall’importante opera di valorizzazione promossa dall’amministrazione comunale di San Mauro Pascoli insieme all’Accademia Pascoliana, al Museo Casa Pascoli e all’associazione Sammaurondustria, attraverso la realizzazione di progetti ed eventi rivolti non solo agli studiosi, ma a un pubblico ampio, con un’attenzione speciale agli studenti delle scuole. Per scoprire l’attualità di Pascoli consiglio di
partire proprio dai luoghi pascoliani per eccellenza , visitando la casa natale del poeta, il Museo Casa Pascoli, il nuovo Centro Documentazione Pascoli e Villa Torlonia – Parco Poesia Pascoli, in particolare il museo multimediale che offre un suggestivo percorso immersivo nella poesia pascoliana. Per quanto riguarda il giovane Pascoli e la sua passione politica, ricordo le mostre e i convegni realizzati a San Mauro, in particolare gli studi della direttrice di Casa Pascoli Rosita Boschetti e del direttore di Sammauroindustria Gianfranco Miro Gori». Chi pubblica libri di poesie vende poche copie, e fare il poeta non è un lavoro. Eppure i poeti resistono, persino quelli dialettali. C’è ancora posto per la poesia nel mondo di oggi?
«Nel mondo artificiale, scientifico e tecnologico Pascoli insegna a riscoprire una dimensione intima, autentica, fatta di relazioni e non di connessioni, di sentimenti profondi e non di sensazioni effimere.
Nella visione pascoliana la poesia è un potente strumento conoscitivo , capace di andare oltre la superficie cogliendo aspetti dell’esistere inaccessibili alla scienza. Oggi più che mai il mondo ha bisogno di poesia per ritrovare il senso dell’umano e le segrete vibrazioni dell’anima».