Russi, al "Re del vino" confiscati 50 milioni

Definitiva la confisca per oltre 50 milioni di euro nei confronti di Secondo Vincenzo Melandri. A eseguire il provvedimento è stata l’articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza della Direzione investigativa antimafia, emesso dalla Corte d’Appello di Bologna. Conosciuto negli anni d’oro come “re del vino” per la notorietà nel settore vitivinicolo, Melandri, 52 anni originario di Faenza e residente a Russi, si era visto congelare un patrimonio di oltre 50 milioni di euro già verso la fine del 2021. Frutto di una serie di inchieste che lo avevano coinvolto, fra le quali l’operazione “Baccus” nel 2012, coordinata dalla Dda di Bari, unitamente ad alcuni soggetti legati alla criminalità organizzata cerignolana. Vicende giudiziarie che hanno portato alla condanna per associazione per delinquere finalizzata alla truffa, nonché per numerosi reati di natura fiscale, con tanto di arestpo da parte della Dia nel 2017, nell’ambito di inchiesta per riciclaggio ed autoriciclaggio, ribattezzata “Malavigna”. Sulla scorta degli accertamenti svolti il Tribunale di Bologna aveva disposto nel giugno 2021 la confisca del patrimonio dell’imprenditore ravvisando nei suoi confronti una pericolosità sociale di tipo generico per aver vissuto «abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose», nonché una pericolosità sociale qualificata in quanto indiziato del reato di “trasferimento fraudolento” di quote societarie a favore della propria convivente. L’odierno provvedimento della Corte d’Appello di Bologna, divenuto irrevocabile nel marzo 2023, confermando il Decreto del Tribunale, ha disposto la confisca di 9 società attive nel settore vitivinicolo, 74 beni immobili, 6 beni mobili registrati e 22 rapporti finanziari (uno dei quali in essere presso un Istituto di credito di San Marino) per uno stimato valore complessivo di oltre 50 milioni di euro.